venerdì 28 settembre 2012


FOGLIETTO PARROCCHIALE
Dal 01 al 21 Ottobre 2012


LA POTENZA DEL RACCOGLIMENTO
Tutti facciamo l'esperienza quotidiana della immersione nella frenesia della vita. Dal mattino quando ci alziamo, alla sera quando riposiamo. Ognuno deve reggere all'urto della vita. L'impegno del lavoro, le relazioni con i colleghi, i rapporti tra familiari, l'educazione dei figli, il mondo della scuola, la formazione allo studio...e non solo questo, la salute, gli amici, la casa, il lavoro e tanto altro, quando le situazioni non peggiorano...
Come fa una persona, un credente a trovare la pace, in mezzo a tutto questo marasma di vicissitudini ?...la risposta non è immediata... Una strada però è possibile ed è quella del raccoglimento. A livello umano il raccoglimento esprime la cura di se stessi, a livello spirituale equivale ad una operazione interiore, che tocca l'animo, la mente, la dimensione più profonda della persona e quindi apporta i suoi benefici anche al corpo.
Raccogliersi significa eliminare le fonti di distrazione e di inquietudine. Se per esempio, correndo in bicicletta, una ruota si buca, non posso continuare a correre come fosse lo stesso, ma devo fermarmi a controllare dove si trova il buco, per poterlo aggiustare, altrimenti danneggio tutta la ruota e non potrò procedere nella corsa. È un esempio quasi scontato ma rende bene il da farsi.
Distrazione e inquietudine sono i buchi della nostra vita, dobbiamo fermarci per aggiustarli, altrimenti dalle loro fessure uscirà tutta l'aria dalla ruota della nostra vita...e fermarsi non è un bel pensiero, ma un atto della volontà, bisogna decidere di fermarsi. Si tratta di una decisione. Dentro alla confusione della mia vita, difronte alla farragine di problemi che quotidianamente incontro, decido di fermarmi, mi do tregua e mi fermo dove so di poter trovare silenzio, cioè assenza di rumore e di parole vuote.
Oggi sono molto rari i luoghi dove trovare realmente silenzio, anche quando si è immersi nella natura, si trovano sempre i "massacratori del silenzio", coloro che non sanno staccare dalla tumultuosità della vita, coloro che non sanno mai tacere o fanno funzionare la testa come un periscopio, a caccia di nuovi stimoli che trovano sempre nelle vicende degli altri...è una delle povertà del nostro tempo, la mancanza di luoghi dove si respiri il silenzio; forse ancora in qualche chiesa, al di fuori dell'orario delle celebrazioni, si può trovare un po' di silenzio, perché spesso, prima o dopo le Messe, nelle chiese regna sovrana tanta confusione.
Nel silenzio entro in me stesso. Eliminare per quanto sia possibile le fonti di inquinamento uditivo, non è poca cosa. Cerco il silenzio fuori di me per riuscire a creare il silenzio dentro di me, per staccare dai problemi contingenti e riuscire così a pormi in ascolto di me stesso, e di Dio, e di conseguenza vedere meglio i problemi, intravederne le soluzioni.  Nel silenzio raccolgo me stesso, mi guardo dall'alto, così come Dio mi guarda. Entro in comunione con Lui che è l'eterno, che è entrato nel tempo ma che vive e permane oltre il tempo. 
Dopo aver cercato il silenzio e averlo trovato, raccolgo, unifico me stesso alla presenza di Dio. Posso fare questo se metto da parte i motivi di inquietudine. C'è sempre qualche motivo per cui soffrire e per il quale essere inquieti nella vita. Nel momento della preghiera depongo questi problemi davanti a Dio, mi preoccupo solo di aprirmi a Lui e di lasciarmi rigenerare da  Lui. Se sarò riuscito ad aprirgli il cuore, senza volerlo piegare alla mia volontà, sperimenterò la pace. Allora la preghiera diventerà inizio di unificazione, di trasformazione della vita. Allora diventa vero ciò che dice Serafino di Sarov:"Trova il silenzio e la pace dentro di te e diventerai salvezza per una moltitudine di gente".
Don Maurizio


Se la vita interiore è nulla, per quanto si abbia zelo, buone intenzioni e tanto lavoro… i frutti sono nulli.” Charles De Foucauld

Mi ha fatto molto riflettere questa espressione del Beato Charles De Foucauld, tanto da chiedermi, come posso ravviare la vita spirituale di tanta mia gente, nell'imminenza dell'apertura dell'Anno della Fede ? Tante saranno le proposte straordinarie, ma l'acqua va messa a disposizione nella mensa di ogni giorno, è necessario che sia a portata di mano. Perciò ho pensato per quanti vorranno approfittarne, di incrementare la preghiera di adorazione eucaristica di preparazione alla Messa, mezzora prima di ogni S. Messa feriale, durante tutto l'anno della fede. Quando sentirete le campane suonare, sappiate che in chiesa ci sarà già l'Eucaristia esposta per la preghiera personale. Così pure dopo la Messa, incrementeremo la preghiera di ringraziamento, lasciando più spazio al silenzio e al raccoglimento. Prendo occasione da questo per chiedere a quanti escono di chiesa dopo la Messa, di uscire senza chiaccherare, in modo da rispettare la preghiera di altri che sostano silenziosamente, i saluti i baci e gli abbracci si possono svolgere anche sul sagrato, fatto salvo in caso di pioggia. Già da ora ringrazio per questa delicatezza che vorrete avere. La fede nasce dall'ascolto e dall'incontro. Dall'ascolto della parola del Signore e dall'incontro con la sua persona nei sacramenti, soprattutto nell'Eucaristia, visto che la sua presenza permane nel sacramento. Cercheremo insieme di dare qualità all'ordinario, alla vita spirituale quotidiana.

IN PREPARAZIONE ALLA SOLENNITA' DI SANTA GIUSTINA V.M.

4 Ottobre ore 20.45 in prossimità alla Solennità di S. Giustina V.M. Ci verrà offerta l'illustrazione storico-artistica della Basilica di S. Antonio di Padova. L'incontro si terrà presso la sala Prosdocimi. L'esposizione vocale verrà accompagnata dalla proiezione visiva delle opere storico artistiche della basilica del Santo. Vi invito a non perdere questa opportunità. Ci guiderà la prof. Eugenia Cariolato.

5 Ottobre 20.45 Don Andrea Toniolo, responsabile per la Conferenza Episcopale Italiana, del coordinamento delle Facoltà teologiche in Italia – ci intratterrà sul tema: “Io credo, Noi crediamo”. Si tratta del primo incontro di una serie di cinque, che affronteranno l'approfondimento del CREDO. Questa serie di incontri tenuti da docenti della Facoltà teologica del Triveneto, saranno una grande opportunità formativa offerta a tutte le parrocchie del nostro vicariato. Vi invito ad essere presenti.

6 Ottobre ore 20.00 CENA PORTA e CONDIVIDI, presso il Centro parrocchiale, aperta a quanti vorranno partecipare. Faremo festa insieme in onore della nostra Santa patrona Giustina. Invito catechisti, animatori, volontari del centro parrocchiale, della pulizia della chiesa e del centro parrocchiale, coro giovani e quanti altri, ad essere presenti a questo momento di serena fraternità.

7 Ottobre domenica, solennità di S. Giustina, al termine di ogni messa invocheremo il suo aiuto e la sua protezione. Presso il suo altare verrà esposto il reliquiario con un frammento del suo corpo. Nel pomeriggio i giovani dell'adorazione proporranno presso S. Bonifacio (VR) un RECITAL sul tema della vita nascente. Il corteo storico folcloristico con la rievocazione del martirio di S.Giustina, si terrà domenica 14 ottobre, e verrà organizzato dalla associazione “Cittadinanza viva”.



    ITINERARIO di riflessione sul CREDO NICENO - COSTANTINOPOLITANO
    05 OTTOBRE ': “IO CREDO NOI CREDIAMO” - don Andrea Toniolo
    02 NOVEMBRE : CREDO IN DIO PADRE ONNIPOTENTE –
    P. Gilberto Depeder
    30 NOVEMBRE: CREDO IN GESU' CRISTO FIGLIO UNIGENITO DI DIO -
    don Riccardo Battocchio
    11 GENNAIO: CREDO NELLO SPIRITO SANTO, CHE E' SIGNORE E DA LA VITA –
    don Gianandrea Di donna
    01 FEBBRAIO: CREDO LA/NELLA CHIESA –
    don Sandro Panizzolo
    Sede degli incontri per tutto il vicariato sarà la chiesa arcipretale di Pernumia – ore 21.00

INIZIO DELLA FORMAZIONE CRISTIANA DEI RAGAZZI
Venerdì 5 ottobre ore 15.00 Gruppo 5 elm. Con Enrico, Dina e Luisa
Sabato 6 Ottobre ore 15.00 gruppo di 2 elm. Con Daina e Alessandro
ore 15.00 gruppo di 3 elem. Con Margherita e Marilena
ore 15.00 gruppo di 4 elem. Con Isabella, Laura, Anna e Federico
I ragazzi di I elem. Partiranno sabato 3 Novembre ore 15.00

Nell'arco del mese i ragazzi del catecumenato vivranno quattro esperienze forti: un incontro sui contenuti della fede, un altro con un testimone della fede, un altro che comprenderà il momento del gioco e un altro sulla educazione alla preghiera. Quest'anno a seguire la fase successiva ai sacramenti, ci sarà una equipe di 23 animatori di Azione Cattolica, che copriranno tutto l'arco del periodo medie e giovanissimi. Per venire incontro alle esigenze degli animatori e dei ragazzi abbiamo individuato l'orario delle ore 15.00 – qualora qualcuno avesse qualche difficoltà vedremo come risolverla. Questo orario consente agli animatori di arrivare dalla scuola al centro parrocchiale, per poter svolgere l'attività prevista con i ragazzi di settimana in settimana, senza dover sdoppiare l'orario. Intanto vi chiedo di partire così, poi strada facendo vedremo di aggiustare il tiro, venendo incontro alle varie necessità, di ragazzi, mamme e papà. Qualora i ragazzi avessero sport-calcio, a ridosso della catechesi vedremo di farli uscire un po' prima. Prima partiamo così come vi ho descritto, poi all'insorgere di eventuali difficoltà vedremo come risolverle con serenità.
Il catecumenato, ossia la formazione cristiana dei ragazzi non si chiude con la recezione dei sacramenti, ma continua nell'arco delle medie e delle superiori. Gli animatori di AC, faranno delle proposte ai ragazzi e ai genitori, in modo da individuare l'orario più adatto e conforme all'età; è importante che i genitori credano a queste proposte, favorendo la partecipazione dei ragazzi al gruppo, altrimenti più di qualche ragazzo si troverà isolato. Le proposte formative, riguardano l'anno pastorale e l'esperienza dei campiscuola. Invito i genitori a collaborare con i catechisti e gli animatori, ad essere loro grati per il tempo e l'impegno che gratuitamente donano ai loro figli, collaborando affinché tutto si svolga nella serenità.

DOMENICA 14 OTTOBRE ore 10.00 INIZIO DELL'ANNO DELLA FEDE E DEL CAMMINO PASTORALE DELLA NOSTRA PARROCCHIA.
Invito Catechisti e animatori, collaboratori vari ad essere presenti alla Messa solenne delle ore 10.00 per ricevere il “mandato pastorale” all'inizio del nuovo anno pastorale.

sabato 22 settembre 2012


SERVIZIO PER LA LITURGIA
VICARIATO DI MONSELICE


ATTIVITA' PER L'ANNO PASTORALE 2012 – 2013
ANNO DELLA FEDE


                                  ITINERARIO DI APPROFONDIMENTO
                          DEL CREDO NICENO-COSTANTINOPOLITANO

    05 OTTOBRE ': “IO CREDO NOI CREDIAMO” - 
     don Andrea Toniolo

    02 NOVEMBRE : CREDO IN DIO PADRE ONNIPOTENTE – 
     P. Gilberto Depeder

    30 NOVEMBRE: CREDO IN GESU' CRISTO FIGLIO UNIGENITO DI DIO - 
     don Riccardo Battocchio

    11 GENNAIO: CREDO NELLO SPIRITO SANTO, CHE E' SIGNORE E DA LA VITA – don Gianandrea Di donna

    01 FEBBRAIO: CREDO LA/NELLA CHIESA – don Sandro Panizzolo


    Sede degli incontri: chiesa arcipretale di Pernumia – ore 21.00
PER CRUCEM AD LUCEM

"Il Figlio dell'uomo viene consegnato nelle mani degli uomini e lo uccideranno ma una volta ucciso, dopo tre giorni risorgerà.... Essi però non capivano queste parole e avevano timore di interrogarlo."

Il vangelo di questa domenica é sulla stessa linea, di quello di domenica scorsa: pone l'accento sull'inaudita novità della rivelazione cristiana: Dio crocifisso.

Il Dio cristiano é Colui che ci rivela se stesso dalla croce...se noi vogliamo entrare nel mistero di Dio...per quanto possiamo e per quanto ci sia dato...non possiamo fare a meno di fare riferimento alla croce...questo è il luogo dello svelamento dell'amore...é quello che la Chiesa innamorata del suo Signore chiama: talamo nuziale, dove si consumano le nozze tra Dio e l'umanità redenta...
Il vangelo di oggi ci fa prendere coscienza che c'è un nesso, un collegamento tra Gesù Cristo e la croce... Tra fede ed esperienza della croce... Tra credere e soffrire...
Molto probabilmente sta proprio qui il segreto della fede cristiana: non c'é progresso... Non ci potrà essere salto di qualità nella vita... se non attraverso la comunione con la croce di Cristo... "Di null'altro ci glorieremo se non della croce di Cristo, per mezzo della quale abbiamo, vita salvezza e risurrezione"...

Il vangelo ci parla di un Gesù che cammina verso la croce : che cosa fa ? La svuota dal di dentro...da uno strumento di persecuzione che genera violenza, la fa diventare manifestazione dell'amore... Come può fare questo ? Rimanendovi sopra... Opponendo all'odio e alla sopraffazione di cui la croce era segno, una misura di amore sovrabbondante...

La croce, in forza del dono di Gesù, in forza del suo atto di amore diviene rivelazione del mistero di Dio...é proprio guardando alla croce che possiamo dire: Dio é amore!

Questo agire di Gesù diventa criterio, punto di riferimento per tutta la vita cristiana: l'amore vero giunge sino al sacrificio di sé...la misura dell'amore sta nella misura del dono di se stessi...ami...amerai...nella misura in cui saprai donare te stesso alla persona che ami...alla comunità che ami...non c'é amore senza dono di sé...il dono di sé implica anche il sacrificio di sé...

Amare finché si é amati...tutti sono capaci di farlo...Ma amare in perdita, amare anche quando non sei contraccambiato nel dono dell'amore...amare supplendo l'altro...portando i pesi gli uni degli altri...amare facendosi carico della comunità nella quale vivi...donandole il tuo tempo e le tue forze...questo è l' amore vero... Continuare ad amare anche quando vieni ferito o calpestato... qui sta l'amore vero...facendo della verità l'unica arma di difesa e di combattimento.

Il vangelo di questa domenica ci consegna il comandamento della non violenza, ci consegna l'indicazione di percorso perché avvenga la maturazione dell'amore... "Da come vi amerete il mondo crederà che siete miei discepoli".

I discepoli erano ben lontani da questa logica e da questa prospettiva...lungo la via infatti avevano discusso chi fosse il più grande... Anche a noi può capitare questo...

Ci aiuti il Signore ad entrare nel mistero della croce per maturare nel dono continuo di noi stessi fatto a Dio e ai fratelli

L'AFFIDAMENTO A MARIA



L'AFFIDAMENTO A MARIA: IL SENSO DI UN GESTOConsacrare nel linguaggio biblico-liturgico significa: offrire, donare, riservare, mettere a parte per qualche missione importante. Normalmente questo verbo si riferisce ad una azione sacramentale, alla consacrazione del battesimo, della cresima, dell'ordine sacro, ma cosa significa consacrazione a Maria ?
Questo atto non causa un effetto sacramentale, ma una appartenenza. Ci si pone sotto la protezione della Madre di Dio, per essere da Lei protetti e guidati, accompagnati nel cammino della vita.
Consacrasi a Maria, significa affidarsi a Lei, perché la si ritiene degna di fiducia, membro della propria famiglia, talmente affidabile da poterle offrire la custodia di se stessi, dei propri figli, della propria famiglia.
Consacrare se stessi alla Vergine Immacolata, significa farla entrare più intimamente nella nostra vita, come fosse la sua, in uno scambio di confidenza e di affetto continui.
Ella è vissuta con Gesù, è stata capace di passare da madre a discepola, ha camminato dietro di Lui imparando da Lui. È stata capace di leggere attraverso l'umanità di Gesù, i tratti della sua divinità.
Chi dunque meglio di Lei potrà aiutarci a "imparare" Gesù ? Chi meglio di Lei potrà aiutarci a conoscerlo ?...consacrarsi a Maria significa imparare da Maria a conoscere Gesù. A Lourdes, nella grande basilica del Rosario, al centro dell'abside vi è una scritta:"A Gesù per Maria". La spiritualità mariana sta tutta qui. Si tratta di imparare a conoscere, a fare esperienza di Gesù, aiutati dalla Vergine Maria, sul suo esempio.
Il popolo cristiano è sempre ricorso alla materna intercessione della Madre di Dio, soprattutto nei momenti di difficoltà. Nell'anno della fede vogliamo chiedere a Maria di custodire in noi il dono della fede. Chiediamo questo dono non solo per noi, ma per tanti giovani che hanno smarrito la fede, per tante persone disorientare...non si può vivere senza dare risposta alle grandi domande della vita, l'uomo non può affrontare l'esistenza senza dover rispondere alle grandi domande che la vita contiene: perché mi trovo in questo mondo ? Verso dove sto andando ? 
A volte gli uomini fanno i sordi, vorrebbero vivere senza rispondere a questi perchè...allora si anestetizzano, diventano insensibili...si stordiscono nel divertimento incontrollato, nelle droghe, nell'alcool, nella sete di guadagno, nel lavoro eccessivo, etc... Ma le domande restano e in momenti inaspettati della vita, emergono...
Con la consacrazione a Maria, noi le chiediamo di far emergere nei cuori le grandi domande sul senso della vita, domande la cui risposta si trova solo in Gesù. Con l'atto della consacrazione della parrocchia, chiediamo a Maria non solo di preservare e custodire in noi il dono della fede, ma di suscitarlo in tanti nostri amici, compagni di vita, persone care, che un po' alla volta si sono disidratate spiritualmente. 
Con grande fiducia perciò intraprendiamo questo cammino di preparazione alla solennità dell'immacolata. Con cuore filiale, le affideremo quanto ci è di più caro, nella certezza di averlo posto in buone mani, quelle di Maria, la “panaghia” la tutta Santa come la chiamano i nostri fratelli orientali.
Don Maurizio

TU SEI IL CRISTO ? CHI SONO IO PER TE ?
Marco 8, 27-35

Che cosa vuole comunicarci il Signore attraverso questi testi della Scrittura ?

A partire da dialogo tra Gesù e gli apostoli, tra Pietro e Gesù, penso che l'intenzione della Parola di Dio di questa domenica, sia quella di mettere in discussione quell'immagine di Dio che ci siamo costruiti...un Dio rispondente alle nostre attese...ai nostri criteri di giudizio e di valutazione, ma non corrispondete al Dio che si è rivelato.

Chi sono Io secondo la gente ?...chiese Gesù ai suoi apostoli...una domanda tutto sommato accettabile...è quasi immediato riferire delle informazioni che riguardano altri...ma Gesù non vuole una sintesi di informazioni...vuole un test di esperienza....una percezione di esperienza...vuole percepire quanto i suoi apostoli, hanno colto di Lui, del suo mistero...quanto siano riusciti ad andare in profondità, entrando attraverso la sua umanità per percepire la sua divinità.

Tutti tacquero, uno solo rispose: Pietro ! "Tu sei il Cristo"...
Non gli disse tu sei Gesù...e neppure tu sei il nostro amico, ne : tu sei il nostro maestro, il nostro "rabbì"...gli disse: tu sei il Cristos, il consacrato, cioè il Messia, Tu sei Dio...
Su questa professione di fede, nasce la Chiesa...
Gli risponderà Gesù: "beato te Simone figlio di Giona, perchè né la carne, né il sangue te lo hanno rivelato, ma il Padre mio che sta nei cieli".

Con le forze della nostra intelligenza e della nostra mente non si possiamo arrivare a percepire il mistero..a conoscere Gesù...conoscere Gesù è dono, rivelazione.

Pietro è destinatario di un dono, è coinvolto in una relazione che supera la percezione dei suoi sensi e le capacità della sua intelligenza...la fede consiste in questo dono, in questa relazione, nella quale veniamo coinvolti e accolti.

Ma se Pietro da una parte è reso partecipe di questo dono, dall'altra fatica a lasciarsi plasmare da questa relazione nuova. Nel momento in cui Gesù gli annuncia che l'amore di Dio, lo condurrà ad entrare nelle ferite dell'umanità, lo spingerà a diventare croce...allora qui Pietro non ci sta più, non capisce più. Il Dio che lui aspettava, come Giuda e come gli altri, doveva essere un Dio forte, un Dio potente, soprattutto vincente...quel Dio che si ritrova davanti gli annuncia che sarà un Dio, fragile, debole, sofferente...che farà della sua sofferenza la misura della profondità dell'amore...

Allora Pietro lo prese in disparte, e si mise a rimproverarlo. Pietro non può accettare questa immagine di Dio...e quanto faticheranno non solo i cristiani ma anche l'opinione pubblica di ogni tempo ad accettare l'immagine di un Dio crocifisso...

Ma egli, voltatosi e guardando i discepoli, rimproverò Pietro e gli disse: "Lontano da me, satana! Perché tu non pensi secondo Dio, ma secondo gli uomini".

Uno dei rimproveri più severi con il quale Gesù abbia ripreso un apostolo !
In questo dialogo acceso, tra Gesù e Pietro, emerge quella che è, e che sarà la fatica della fede, di ieri e di oggi e di sempre: pensare Dio secondo lo schema mentale degli uomini...la teologia dell'accomodamento...pensare a Dio secondo le nostre misure e le nostre necessità....con il rischio di diventare la chiesa dei camaleontismo...con la preoccupazione di farsi vicina alle culture dei popoli, diventa cultura essa stessa, perdendo la sua carica profetica... Una chiesa che non è più capace di dire e di dare Gesù, non è più quello che deve essere...
Per dire e dare Gesù bisogna non guardare a se stessi, alla plauso, al facile consenso, alla popolarità...bisogna guardare a Lui e camminare con Lui, insieme agli apostoli e a Pietro. La fedeltà a Gesù può costare il prezzo della croce, della derisione, della emarginazione, a volte della persecuzione...è questa fedeltà, che è grazia, a renderci discepoli. Preghiamo per la Chiesa di oggi, per noi cristiani di oggi, perché anche a costo della croce, sappiamo dire e donare Gesù agli uomini di oggi. Amen

mercoledì 12 settembre 2012


MEDITAZIONE DEL MERCOLEDÌ 12.09.'12Santo Nome di Maria


DOVE CERCHI LA TUA GIOIA ?
I testi che la Provvidenza ci offre in questo mercoledì sono molto forti.
Nella lettera ai Corinzi che stiamo leggendo in questo periodo, l'apostolo Paolo, indica ai cristiani del suo tempo, come stato di vita, come condizione normale del vivere, la verginità...
Ti trovi legato a una donna non separatene, non sei legato, non cercarla....
Questo vi dico, fratelli: il tempo ormai si è fatto breve; d'ora innanzi, quelli che hanno moglie, vivano come se non l'avessero; coloro che piangono, come se non piangessero e quelli che godono come se non godessero; quelli che comprano, come se non possedessero; quelli che usano del mondo, come se non ne usassero appieno: perché passa la scena di questo mondo!
Paolo, ci invita a non enfatizzare il presente, perché il presente è in se stesso contingente, passa...il tempo si è fatto breve....ci invita a trovare, al di là del presente, ciò che è essenziale... Ciò per cui vale la pena di vivere e ciò che è capace di dare un senso anche alla morte... Gioire di tutto senza essere attaccati a nulla...interiormente liberi da ogni attaccamento...
Paolo ci invita ad assumere consapevolmente questa condizione brevità del presente, a valorizzarla...rendendola spazio di attesa...spazio di incontro con Dio...alla fine è solo Lui che può saziare l'attesa e il bisogno di amore presente nell'uomo.

Nel salmo abbiamo detto: In Te Signore ho posto la mia gioia....ecco la chiave interpretativa per la vita del cristiano...cercare la gioia che non passa, in Colui che è eterno, in Colui che e la sorgente dell'amore vero.
Quanti rapporti di amicizia, quante esperienze di relazione e di incontro nascono ripiegate su se stesse...avendo come finalità solo l'accaparramento dell'altro o dell'altra...e in questo contesto la fede diventa semplicemente lo sfondo scenografico, non il fine, la meta... La Parola di Dio indirettamente ci interroga:
dove hai posto la tua gioia ? Dove cerchi la gioia ? In che cosa consiste la gioia per te...?
L'incontro con Dio, deve diventare la questione seria della nostra vita... non il pretesto per raggiungere altri scopi...e per un credente, per un discepolo di Gesù,
la vita vale lo spazio per Dio...la mia vita vale l'attesa di Dio...
Nel vangelo Gesù, proclama le beatitudini....
“Beati voi poveri, perché vostro è il regno di Dio. Beati voi che ora avete fame, perché sarete saziati. Beati voi che ora piangete,
perché riderete. Beati voi quando gli uomini vi odieranno e quando vi metteranno al bando e v'insulteranno e respingeranno il vostro nome come scellerato, a causa del Figlio dell'uomo. Poveri, affamati, afflitti, perseguitati...sono proclamati "beati".
..

In se stesse queste non sono condizioni di beatitudine, ma di sofferenza: perché  Gesù invece le ritiene fonte di beatitudine...?
Quelle che il vangelo chiama beatitudini, sono situazioni di finalità, di limite, di fragilità:
l'esperienza della debolezza è l'inizio della nostra vera conversione... La fragilità è la porta attraverso la quale Dio entra nella nostra vita vita, e ci libera dall'apparenza, dall'immagine sfocata di noi stessi. Le beatitudini racchiudono i momenti della vita in cui noi possiamo fare ben poco per noi stessi...dobbiamo attendere tutto da Dio...
È con questa fede che accogliamo questo messaggio di Gesù: permettiamogli di entrare nella nostra vita.
Ma guai a voi, ricchi, perché avete già la vostra consolazione.
Guai a voi che ora siete sazi, perché avrete fame. Guai a voi che ora ridete,
perché sarete afflitti e piangerete. Guai quando tutti gli uomini diranno bene di voi. Allo stesso modo infatti facevano i loro padri con i falsi profeti”.

Diversamente, benessere, ricchezza, sazietà, divertimento, notorietà etc...pur non essendo male in se stessi... quando sono cercati per se stessi, fine a se stessi,
ostruiscono la presenza di Dio, il venire, l'irrompere di Dio nella nostra vita, qui Dio è ridotto a elemento coreografico, non è cercato come interlocutore diretto.

Forse è proprio il momento di dire che la fede è il caso serio della vita: come dice p. Franco Mosconi, camaldolese:
o Cristo e tutto o è niente ! Per Paolo di Tarso, per Pietro e Andrea egli altri...Cristo è stato tutto...per noi ?....non ancora il tutto... Non guardare Signore alla nostra piccolezza, entra nella nostra vita così come sei entrato nella vita degli apostoli e donaci la gioia della comunione con Te. Amen

sabato 1 settembre 2012


OMELIA XXII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO B

Vorrei concentrare la nostra attenzione su due punti, due espressioni proferite dalla bocca di Gesù, fa sua una frase del profeta Isaia :
<< Questo popolo mi onora con le labbra ma il suo cuore è lontano da me >>
Is 29,13
Rivolgendo questa accusa ai farisei, Gesù afferisce due cose:

-la loro è una pietà falsa...farisaica...di facciata...infatti Gesù li chiama: scribi e farisei ipocriti...attori... Quante volte Gesù mette  in guardia i suoi discepoli dal cadere nella trappola dell'ipocrisia, della recitazione. È un rischio, un pericolo reale, in cui tutti possiamo cadere.
Passare alla fede vissuta e cercata come incontro, come relazione vivente con il Dio vivente non cadere in una fede ridotta a semplice religiosità, a ripetizioni di gesti imparati e codificati ma senza anima... Fede ridotta a religiosità...muovere le labbra senza che siano espressione del cuore.

- Citando Isaia, Gesù indica quella forma di pietà che è gradita a Dio: la pietà, l'amore filiale che partono dal cuore...quella forma di rapporto con Dio che passa attraverso ciò che ha imparato, ma le sa dare un'anima e soprattutto il cuore. Dio ci chiede una fede espressione del cuore...dove cuore sta come luogo della qualità dell'amore, sede della profondità dei gesti e dei sentimenti...pregate col cuore...i mistici dell'oriente hanno escogitato la preghiera del cuore... Dio non vuole essere trattato da oggetto, ma da persona vivente.
C'è poi la seconda espressione usata da Gesù nel vangelo di oggi:
<< Non c'è nulla dal di fuori che entrando nell'uomo possa renderlo impuro, ma sono le cose che escono dall'uomo a renderlo impuro >>.
Nella scienza in generale, nella medicina, nella chimica, avviene proprio il contrario...se per errore dovessi ingerire un veleno, tutto il mio corpo risulterebbe avvelenato. Nelle cose dello spirito il criterio si ribalta:
Non sono gli elementi esterni a contaminare l'uomo ma l'uso che se ne fa, l'uso è espressione del cuore e della volontà.

Il veleno, ci fa capire Gesù, l'uomo non lo trova fuori di sé, ma dentro di s'è...il veleno che può contaminare tutta la propria vita viene dal di dentro...e tutta l'opera di Gesù consiste proprio in questa liberazione:
l'innesto in Cristo, col battesimo ci libera dal veleno iniettato nella natura umana, col peccato originale. Agli inizi del suo rapporto con Dio, la persona umana è stata morsa dal male e quindi ha rischiato di morire. Solo la salvezza operata da Cristo le ha ridonato speranza di vita, nuova vita. Sulla croce Gesù ha bevuto fino in fondo il calice avvelenato, di cui era destinataria l'umanità, Lui solo poteva fare questo....e così l'essere umano è stato salvato...sebbene nella fragilità e nella debolezza, perché le conseguenze di quell'avvelenamento permangono.
Noi vediamo il bene ma fatichiamo a praticarlo... E perciò non immediatamente ciò che desideriamo coincide col bene che Dio vuole per noi... Solo una costante vita sacramentale, di preghiera, di ascolto della parola e di carità, potrà ottenerci in dono la capacità di vedere il bene e di attuarlo.

Qui sotto si nasconde un continuo motivo di tensione e di scontro con la cultura di oggi. L'uomo moderno, così com'è, è capace di vedere il bene e di compiere il bene ?

Le istituzioni umane, dicono: noi stabiliamo ciò che è bene a partire dalla nostra comprensione della verità...
I cristiani credenti, discepoli di Gesù rispondono in maniera diversa: il bene può essere individuato e trovato solo da chi ha un cuore puro, trasparente, libero da se stesso, libero da interessi di comodo e di parte....un cuore così proviene da una relazione continua con Dio.

Ci aiuti il Signore a vivere e sentire la fede come un cammino autentico di maturazione umana e sociale
Don Maurizio