sabato 20 ottobre 2012


PERNUMIA
Foglietto parrocchiale dal 21 ottobre al 25 novembre 2012
Anno della fede 2012 - 2013


Con il cuore si crede e con la bocca si fa la professione di fede (Rm 10,10)
Quindi la fede è una predisposizione del cuore… apertura del cuore che non si ferma al privato, ma coinvolge tutto il nostro essere e assume una dimensione pubblica, comunitaria, universale.
La fede parte da Dio e tocca il cuore dell'essere umano. Il cuore non è tanto la sede delle emozioni, quanto quella della volontà, è il luogo dove maturano le grandi scelte della vita… è il luogo dove avviene il discerni-mento… è il luogo della profondità della persona, là dove ognuno è vera-mente se stesso.
Nell'atto del renderci partecipi della fede, l'azione di Dio passa attraverso il nostro cuore… è un’azione interiore, misteriosa, personale. Nel profondo del nostro essere veniamo toccati da Lui… veniamo resi partecipi della sua stessa vita.... veniamo inseriti nella relazione di comunione con Lui...
La fede diventa così il segno più forte ed evidente della sua presenza in noi… se noi sentiamo di avere fede, sentiamo la fede come motivante, come forza propulsiva della nostra vita, ciò significa che viviamo nell'ambito della sua presenza, in stretta relazione con Lui, in simbiosi con Lui. Nessuno potrebbe donarsi da se stesso la fede, come ognuno non può donarsi la vita… possiamo solo ricevere questi doni sublimi. La vita ci immette nell'essere, nell'esistenza, la fede ci sostiene nel cammino della vita, ci offre le motivazioni trainanti per vivere, per interpretare la vita. Non basta vivere, è necessario sapere per chi vivere e di conseguenza come vivere. La fede è proprio questa relazione di significato, che parte da Dio e dà senso alla nostra vita… ci illumina nel nostro cammino di ricerca della verità che mai si spegne nel cuore degli uomini.
Come mai allora, qualcuno afferma di non avere fede...? Forse che Dio dona la fede ad alcuni e ad altri no...?
Tutti veniamo chiamati alla relazione con Dio mediante la fede… davanti a Dio siamo tutti suoi figli… non tutti decidono di aprirgli il cuore… non tutti decidono di cercare la Verità… non tutti accettano di coinvolgersi con Lui in questa relazione di amore, in questa avventura di senso... A volte ci si trincera dietro il nostro sapere, la nostra scienza, la nostra visione del mondo e smarriamo la consapevolezza che la verità è più grande di noi, è polifonica e sinfonica. Per arrivare alla conoscenza della verità, per cogliere l'identità profonda di ciò che esiste, non possiamo fermarci ad un ambito del sapere, dobbiamo attraversare tutti gli ambiti e tentare di fare sintesi, allora arriveremo alla verità…
Quante persone dicono di non avere la fede ma questo è solo un prete-sto per non verificare la consistenza delle motivazioni che stanno alla base della propria vita… a volte assumiamo delle posizioni di comodo, di non ricerca, di pigrizia… lasciamo che la vita ci venga addosso...come va, va... E così cadiamo in un cupo fatalismo... cediamo il passo alla rassegnazione… al pessimismo… atteggiamenti che non ci sostengono di fronte alle svolte previste e impreviste della vita. La fede è dono legato al cuore… solo Dio può comunicarci la fede… è proposta di senso… è risposta motivante alle grandi domande dell'esistenza che accompagnano la vita di ogni persona.
Credere significa rispondere a Dio che ci interpella mediante la fede. Credere significa lasciarsi coin-volgere in questo dialogo di amore, in questa ricerca di verità... Credere significa scegliere di entrare in dialogo con Dio… un dialogo che ha i suoi tempi e i suoi spazi… i suoi silenzi e i suoi simboli… i suoi gesti e le sue attese…
Credere significa professare apertamente di compiere un cammino verso la verità e di averla trovata nell'ascolto e nell'incontro con una Persona che ha parole di vita eterna: Gesù di Nazareth!.... parole capaci di dare senso pieno alla vita, parole che interpretano il vivere e il morire.
Con gli apostoli e con i discepoli di tutti i tempi non possiamo che dire: Signore aumenta la nostra fede. don Maurizio

APPUNTAMENTI DEL PERIODO
Cammino della comunità

Incontro genitori dei ragazzi che frequentano le classi medie
Martedì 23 ottobre alle ore 21.00 vorremmo, insieme agli animatori di Azione Cattolica, incontrare i genitori dei ragazzi che hanno già ricevuto i sacramenti della Cresima e dell'Eucaristia per coinvolgerli nel percorso successivo alla fase dei sacramenti. Ci sembra che valga la pena di proporre ai ragazzi un percorso formativo di gruppo, perché questa proposta decolli dobbiamo collaborare insieme, genitori e educatori.

Solennità di Tutti i Santi
Mercoledì 31 ottobre alle ore 20.30 S. Messa prefestiva alla quale seguirà l'adorazione.
Giovedì 1 novembre SS. Messe ad orario festivo 8.00 - 10.00 - 11.30 - nel pomeriggio alle ore 15.00 ci sarà il vespro e la processione al Cimitero. Vi invito a non avere fretta di andare in cimitero, partecipiamo prima alla preghiera del vespro e poi in processione, recitando il S. Rosario ci porteremo presso le tombe dei nostri cari. Come al solito, sosteremo in alcuni punti del cimitero, pregando e benedicendo le salme dei defunti. Non ci sarà la Messa delle 18.30.

Commemorazione di tutti i fedeli defunti: 2 novembre
Al mattino ore 9.30 S. Messa presso la cappella Mal-dura
Alla sera ore 18.30 S. Messa in chiesa
ore 21.00 II incontro sul Credo con p. Depeder.

Secondo Incontro sul CREDO 2 novembre ore 21.00 in chiesa
Vi invito ad essere presenti a questo appuntamento così importante per l'approfondimento della nostra fede. “Credo in un solo Dio, padre onnipotente, creato-re del cielo e della terra”. L'incontro sarà tenuto da un padre francescano, Gilberto Depeder, esperto in teologia trinitaria. Nell'anno della fede queste proposte si rivestono di particolare valore formativo.

Per il gruppo dei ragazzi di Prima Elementare
Sabato 3 novembre alle ore 15.00 in chiesa partirà per loro e per i loro genitori il cammino del catecumenato. Vi invitiamo ad essere presenti e partecipi a questo momento e alla S. Messa della ore 10.00 alla Domenica.

CENA PORTA E CONDIVIDI
Sabato 3 novembre alle ore 20.00 presso il Centro Parrocchiale. In occasione delle ricorrenze di tutti i Santi e dei defunti, in pieno autunno, la tradizione vuole che si condividano castagne e patate americane… per chi vorrà trascorrere qualche ora in compagnia e serena fraternità, le porte del Centro Parrocchiale sa-ranno aperte… è sufficiente portare qualcosa da condividere con gli altri...

Commemorazione dei caduti di tutte le guerre
Domenica 4 novembre alle ore 11.30 saranno presenti alla S. Messa rappresentanti di tutte le associazioni di militari, orfani di guerra ed ex combattenti.

24 ottobre: Ritiro spirituale per la Terza Età a Villa Immacolata
Partenza alle ore 8.00 con pullman. Invito questi amici della terza età a partecipare a questo appuntamento così significativo e qualificato.

26 ottobre Veglia missionaria in forma di adorazione eucaristica
Alle ore 21.00 presso la parrocchia di Monticelli… tutti siamo invitati a partecipare.

Le porte della chiesa
Vorrei che questa iniziativa fosse motivo di gioia e di serenità per molti... magari fosse per tutti. È difficile approdare alla realizzazione di un progetto artistico trovando tutti d'accordo, perché ognuno porta con sé una propria sensibilità. La chiesa è il luogo più impor-tante della nostra comunità parrocchiale, dove si con-centra tanta parte della nostra vita e della nostra storia. Non viviamo solo di cose funzionali, ma anche di cose belle e questa iniziativa del rifacimento dei portali va in questa direzione. Vedremo quali potranno essere le strade per coinvolgere il più ampio raggio di persone, ma da qualche punto fermo bisogna iniziare. Per il momento sto ricevendo informazioni e idee, che con-fluiranno in un progetto definitivo. Non pochi si sono dimostrati entusiasti dell'iniziativa, qua e là ho colto anche qualche critica… è inevitabile, anche queste servono perché ci costringono a stare più attenti nella gestione dell'iniziativa. Torno alla motivazione iniziale: vorrei che fosse motivo di gioia e di soddisfazione per molti. Nemmeno la spesa vorrei che fosse motivo di preoccupazione, non intendo chiedere nulla in più di quanto viene già raccolto in via ordinaria. Una parte verrà dalla Soprintendenza, una parte da enti e bene-fattori, un'altra dalle libere offerte della gente. Non voglio aggravare l'equilibrio economico della parrocchia, ma nemmeno rimanere paralizzati, senza nessuna iniziativa. Vi invito a cogliere il bene anche in questo progetto. Appena arriveranno le proposte da parte de-gli artisti contattati, le valuteremo con il consiglio per gli affari economici e altri collaboratori della parrocchia. Successivamente, porremo in fondo alla chiesa una planimetria del progetto, suddiviso in quattromila spazi da colorare… chi vorrà offrire qualcosa lo potrà fare liberamente. Valuteremo la possibilità di poter incidere i nomi dei nostri defunti nella parete interna alla porta, in modo che possano rimanere incisi a perenne memo-ria. Dice S. Paolo: «Tutto concorre al bene di coloro che amano Dio» … spero così possa essere anche per questa iniziativa.

giovedì 18 ottobre 2012

ANNO DELLA FEDE


SUSCITA IN ME LA FEDE !

O Signore suscita in me la fede umile, perché ti possa accogliere.

O Signore suscita in me la fede ardente, perché ti possa annunciare.

O Signore suscita in me la fede luminosa, perché ti possa testimoniare.

O Signore suscita in me la fede coraggiosa perché ti possa difendere.

O Signore suscita in me la fede intelligente perché ti possa conoscere.

O Signore suscita in me la fede adorante perché ti possa amare.

O Signore suscita in me la fede limpida perché tu possa risplendere.

O Signore suscita in me la fede forte, sostegno e forza in ogni prova.

O Signore suscita in me la fede gioiosa, perché dove sei Tu, c'è gioia.

O Signore suscita in me la fede ecclesiale, perché la Chiesa è la tua casa.
O Signore suscita in me la fede teologale, atto pieno di fiducia nel Padre, nel Figlio e nello Spirito Santo.
O Signore suscita in me la fede che sia risposta quotidiana al tuo Amore. Amen. (d.m.)
ANNO DELL FEDE


Con il cuore si crede e con la bocca si fa la professione di fede. (Rm 10,10)

Quindi la fede è una predisposizione del cuore...apertura del cuore che non si ferma al privato ma coinvolge tutto il nostro essere e assume una dimensione pubblica, comunitaria, universale.La fede parte da Dio e tocca il cuore dell'essere umano. Il cuore non è tanto la sede delle emozioni quanto quella della volontà, è il luogo dove maturano le grandi scelte della vita...è il luogo dove avviene il discernimento...è il luogo della profondità della persona, la dove ognuno è veramente se stesso.Nell'atto del renderci partecipi della fede, l'azione di Dio passa attraverso il nostro cuore...è una azione interiore, misteriosa, personale. Nel profondo del nostro essere veniamo toccati da lui...veniamo resi partecipi della sua stessa vita....veniamo inseriti nella relazione di comunione con Lui... La fede diventa così il segno più forte ed evidente della sua presenza in noi...se noi sentiamo di avere fede, sentiamo la fede come motivante, come forza propulsiva della nostra vita, ciò significa che viviamo nell'ambito della sua presenza, in stretta relazione con Lui, in simbiosi con Lui. Nessuno potrebbe donarsi da se stesso la fede, come ognuno non può donarsi la vita...possiamo solo ricevere questi doni sublimi. La vita ci immette nell'essere, nell'esistenza, la fede ci sostiene nel cammino della vita, ci offre le motivazioni trainanti per vivere, per interpretare la vita. Non basta vivere, è necessario sapere per chi vivere e di conseguenza come vivere. La fede è proprio questa relazione di significato, che parte da Dio e da senso alla nostra vita...ci illumina nel nostro cammino di ricerca della verità che mai si spegne nel cuore degli uomini.
Come mai allora, qualcuno afferma di non avere fede...? Forse che Dio dona la fede ad alcuni e ad altri no...?Tutti veniamo chiamati alla relazione con Dio mediante la fede...davanti a Dio siamo tutti suoi figli...non tutti decidono di aprirgli il cuore...non tutti decidono di cercare la Verità...non tutti accettano di coinvolgersi con Lui in questa relazione di amore, in questa avventura di senso... A volte ci si trincera dietro il nostro sapere, la nostra scienza, la nostra visione del mondo e smarriamo la consapevolezza che la verità è più grande di noi, è polifonica e sinfonica. Per arrivare alla conoscenza della verità, per cogliere l'identità profonda di ciò che esiste, non possiamo fermarci ad un ambito del sapere, dobbiamo attraversare tutti gli ambiti e tentare di fare sintesi, allora arriveremo alla verità...Quante persone dicono di non avere la fede ma questo è solo un pretesto per non verificare la consistenza delle motivazioni che stanno alla base della propria vita...a volte assumiamo delle posizioni di comodo, di non ricerca, di pigrizia...lasciamo che la vita ci venga addosso...come va, va... È così cadiamo in un cupo fatalismo... cediamo il passo alla rassegnazione...al pessimismo...atteggiamenti che non ci sostengono di fronte alle svolte previste e impreviste della vita.La fede è dono legato al cuore...solo Dio può comunicarci la fede...è proposta di senso...è risposta motivante alle grandi domande dell'esistenza che accompagnano la vita di ogni persona.
Credere significa rispondere a Dio che ci interpella mediante la fede. Credere significa lasciarsi coinvolgere in questo dialogo di amore, in questa ricerca di verità... Credere significa scegliere di entrare in dialogo con Dio...un dialogo che ha i suoi tempi e i suoi spazi...i suoi silenzi e i suoi simboli...i suoi gesti e le sue attese...Credere significa professare apertamente di compiere un cammino verso la verità e di averla trovata nell'ascolto e nell'incontro con una Persona che ha parole di vita eterna: Gesù di Nazaret !....parole capaci di dare senso pieno alla vita, parole che interpretano il vivere e il morire.
Con gli apostoli e con i discepoli di tutti i tempi non possiamo che dire: Signore aumenta la nostra fede. Don Maurizio


Meditazione del mercoledì XXVIII settimana del tempo ordinario

L'apostolo Paolo si rivolge ai Galati parlando delle opere della carne e di quelle dello spirito. Non fa tanti giri di parole. Dietro a quelle che Paolo chiama opere della carne e dello spirito, ci sono due impostazioni di vita: quella centrata su se stessi e quella centrata su Dio.
La prima impostazione è quella che esalta l'uomo per quello che è. Per quello che al presente trova in esso. Questo sono e questo è bene. Il punto di partenza è la condizione attuale dell'essere umano, considerato buono per se stesso. Se l'essere umano è buono per se stesso tutto quello che proviene da lui sarà buono....qui cadiamo nel l'equivoco della cultura di oggi e di ieri: la natura umana così come la viviamo non è così come Dio l'ha pensata e voluta ma è una natura compromessa.
L'essere umano è ferito dal peccato originale...è ferito dal rifiuto di Dio causato dalla primitiva comunità umana e ratificato dai nostri singoli peccati e dalle strutture di peccato presenti nella vita collettiva e sociale. L'uomo che vive centrato sulla carne è l'uomo che fa di se stesso un Dio, non è proteso all'ascolto, si fa misura della verità e fa dell'istinto non un punto di partenza su cui lavorare attraverso l'educazione e la formazione ma una condizione normale, quotidiana della sua vita....ma l'apostolo Paolo ammonisce: animalis homo, non percepit qui sunt Deo...l'uomo istintivo, non percepisce ciò che viene da Dio...
 Il peccato originale è presente ed è il motivo della nostra fatica.

La seconda impostazione di vita, il secondo uomo, di cui ci parla l'apostolo è quello guidato dallo Spirito, i cui doni sono evidenziati da Paolo stesso. Qui la persona umana, trova il suo centro in Cristo, mediante l'innesto del battesimo e il dono della fede, l'essere umano diventa una persona nuova...non sono più io che vivo ma Cristo vive in me..questa vita che vivo nella condizione della carne, io la vivo nella fede del figlio di Dio che mi ha amato e ha dato se stesso per me... Qui l'io umano è integrato nell'io divino...l'esistenza umana non è più vissuta contro Dio o nell'indifferenza di Dio, ma in Lui è con Lui.. Questo non significa che scompaiano improvvisamente i limiti della natura umana... ma il limite è vissuto come cammino di integrazione verso la perfezione,  che sta nel rapporto pieno e vero con Gesù Cristo. La vita presente è vissuta come anticipazione di quella futura, il cielo è già trasfigurazione della terra...

mercoledì 10 ottobre 2012


MEDITAZIONE DEL MERCOLEDÌ 
SIGNORE INSEGNACI A PREGARE !
Vedendo pregare Gesù i discepoli gli dissero: INSEGNACI a pregare !
È straordinaria questa richiesta: vedendolo, guardandolo sentono il desiderio di imparare a pregare...non partono dalla teoria ma dalla pratica, dall'osservazione del fenomeno che per loro diventa esempio e testimonianza; di qui risalgono ai principi. Questo è il metodo dell'evangelizzazione. Quando incontri un innamorato di Dio, da lui assimili che cosa significhi pregare...
INSEGNACI a pregare !
Pregare significa intrattenersi con Dio...gioire per il fatto di poter rimanere con Lui...gioire per la sua presenza...
pregare significa accogliere la sua presenza in noi e rimanervi ospiti.... pregare significa aver trovato la strada che mi porta a Colui che è più intimo di me a me stesso...e la preghiera è lo spazio fisico dove avviene l'incontro...pregare è ritrovare noi stessi nella luce della sua presenza...è infondo percepire il senso della nostra vita...
La preghiera non mi chiede di produrre qualcosa...mi chiede solo di essere, di stare davanti a lui...per quello che io sono e per quello che Lui è....pregare significa trovarsi faccia a faccia con l'eterno, con Colui che sta oltre il tempo e si fa percepire a noi, nel tempo...pregare è fare esperienza di vita eterna, di vita immortale, di pienezza di vita.
Imparare a pregare significa di fatto imparare a vivere, imparare a respirare per poter vivere. La preghiera è il respiro profondo della vita. La preghiera è quella dimensione che da ossigeno al nostro respiro...da profondità ai nostri sensi, al nostro sguardo interiore...ci fa percepire l'eterno nel tempo...ci dischiude il cielo qui sulla terra...
Signore INSEGNACI a pregare !
A questa richiesta Gesù risponde con le espressioni del padre nostro:
...quando pregate dite Padre... Non possiamo chiamare per nome qualcuno senza entrare in relazione con lui. Dire padre, significa entrare, comunicare la mistero di Dio...
Chiamare Dio col nome di padre significa riconoscere la sua precedenza nell'amore.. la paternità precede e sostiene la relazione filiale...è amore precedente, è amore gratuito, è amore accogliente. È vero, è nell'atto della nascita del figlio che due persone diventano madre e padre...ma colui che nasce è atteso, è pensato, è immaginato da coloro che gli hanno trasmesso la vita...la relazione di paternità e di maternità inizia già prima....è amore che precede...così siamo noi in rapporto a Dio...il suo amore ci precede...
Rivolgersi a Dio invocandolo col nome di Padre significa sentirsi dentro a questo suo atto di amore precedente...significa sentirsi amati al di là di ogni nostra risposta...al di là delle nostre riuscite, dei nostri tentativi di risposta.
L'esperienza della preghiera è la bussola di orientamento della vita. Educando alla preghiera noi possiamo fornire alle persone l'orientamento della vita. Prega e fa quello che vuoi...prega e va dove vuoi...l'importante è fare della preghiera il respiro continuo della nostra vita, il filtro da cui osservare noi stessi e il mondo.
Anche noi ci rivolgiamo a Gesù, l'unico maestro e gli diciamo ciò che gli dissero gli apostoli: INSEGNACI a pregare. Amen

domenica 7 ottobre 2012


OMELIA DELLA DOMENICA XXVI del tempo ordinario

Gen.2, 18-24
[18] Poi il Signore Dio disse: "Non è bene che l'uomo sia solo: gli voglio fare un aiuto che gli sia simile".

Mc 10,2-16
[9] L'uomo dunque non separi ciò che Dio ha congiunto".

La Parola di Dio di questa domenica ci annuncia la buona notizia di Dio circa l'amore umano...questo annuncio fa parte del Vangelo della vita...una persona non può vivere senza essere amata e senza amare...anche quando sceglie di vivere nella verginità o nel celibato, lo fa per poter amare di più...
...non è bene che l'uomo sia solo...gli voglio fare un aiuto che gli sia simile...

Ognuno porta dentro di sè una condizione di solitudine esistenziale...ognuno è unico nella sua esistenza...unico e solo...perciò siamo bisognosi di essere completati da altri...ci realizziamo nella relazione con gli altri...l'essere umano è pensato nella relazione, nella reciprocità con l'altro/a diverso, differente da lui o da lei, quella differenza crea il completamento...non è bene che l'uomo sia solo...tutti sposati o no abbiamo a che fare con una solitudine esistenziale che ci portiamo dentro...la dobbiamo accogliere, accettare come condizione normale della nostra vita e se possibile valorizzare, non subire...
L'uomo e la donna sono creati da Dio, a immagine di se stesso e sono consegnati l'uno all'altra, perché nella loro diversità, si esprime la ricchezza della relazione, da questa ricchezza promana il dono della vita, la generazione della vita...unità della coppia umana e generazione della vita sono le finalità principali del matrimonio, lì dove una di queste due dimensioni viene a mancare, non si può parlare di matrimonio..

La cultura di oggi tende a porre tutto sullo stesso piano, relativizza qualsiasi tipo di unione, ma questo non rende giustizia alla verità dell'essere umano.
Tutti siamo amati da Dio...ma ad ognuno Dio affida il compito della maturazione nell'amore...maturare nell'amore significa riconoscere ciò che è il bene nostro e delle persone che amiamo e dove inizia o serpeggia l'egoismo. Ci vuole molta umiltà nel cammino di maturazione nell'amore...
Anche ai tempi di Gesù, che assomigliano ai nostri tempi, che sono i tempi di sempre, perché gli uomini sono sempre gli stessi....esistevano modi diversi di intendere l'unione matrimoniale...gli uomini di ieri e di oggi hanno sempre voluto fare ciò che era per loro più facile e più comodo...

Gesù indica come bene per l'umanità, quello della stabilità nelle relazioni e nell'amore...pone in guardia dal l'insidia dell'adulterio, della infedeltà che è sempre segno di una immaturità...è vero a volte non è facile vivere insieme portando i pesi gli uni degli altri...non è immediato trovare nella relazione coniugale un completamento che sia espressione di Sè...
Ogni forma di vita comunitaria è per se stessa impegnativa, perché ci pone a confronto con gli altri...però non c'è dubbio che proprio in questa costante relazione con l'altro avvenga una profonda maturazione nell'amore.
Il matrimonio non è un contratto, un accordo su alcuni servizi...ma è nella sua profondità accoglienza dell'altro, per quello che lui/lei  è, nella sua diversità e complementarietà...quando si tocca il piano dell'amore vero, non si può parlare di usa e getta...

Per questo anche la via familiare che è la via naturale per gli uomini, esige maturazione e discernimento...esige consapevolezza e onestà. Nel matrimonio non si acquista un pacchetto di servizi...ma si ha a che fare col dono di se stessi all'altro.

Preghiamo perché anche oggi ci siano giovani coraggiosi, capaci di puntare su un progetto alto di qualità dell'amore umano. Quando una famiglia vive nella stabilità delle relazioni al suo interno avvengono miracoli di amore, di aiuto reciproco, di donazione, di educazione e formazione dei figli...

Preghiamo perché oggi ci siano giovani coppie che sappiano fare della loro vita coniugale un atto di sequela di Gesù, testimoniando l'amore di Dio per l'umanità 

giovedì 4 ottobre 2012


MEDITAZIONE DEL MERCOLEDÌ
VANGELO
Lc 9,57-62 Ti seguirò dovunque tu vada.

La prima cosa che balza all'attenzione, quando ci si accosta ai vangeli, è proprio l'invito di Gesù rivolto in primo luogo agli apostoli e poi ad altri ritenuti idonei per questo compito.
Il Gesù dei vangeli è un Gesù che chiama: seguimi !
Ma il suo invito spesso cade nel vuoto...
Bisognerebbe che la sua chiamata coincidesse con le aspettative di colui che viene chiamato...allora sarebbe più facile...
Ma quando chiama, Gesù chiede di occupare tutto lo spazio del cuore della persona chiamata... Questo cozza con la nostra struttura umana... Noi viviamo tante relazioni significative...abbiamo bisogno di una varietà di situazioni...Gesù vuole molto, vuole tutto...non uno accanto ad altri ma l'unico all'interno del quale altri trovano posto...

Essere consacrato, significa letteralmente proprio questo: essere messo a parte per Lui...riservato a Lui...dedicato a Lui.

La persona umana è chiamata a reggere l'incontro con l'eterno...con il non afferrabile...con il totalmente altro.
Ogni persona umana, pensa a se stessa in termini di normalità...stabilisce legami semplici e sinceri...a volte teme di intraprendere legami forti...perché l'uomo è un mistero e il suo cuore un abisso...come è possibile accettare di coinvolgersi dietro a Gesù ? Ci vuole molto discernimento e molto coraggio...
Ti seguirò dovunque tu vada”.
Gesù gli rispose: “Le volpi hanno le loro tane e gli uccelli del cielo i loro nidi, ma il Figlio dell'uomo non ha dove posare il capo”.
Tutti nativamente cerchiamo la stabilità delle relazione e degli ambienti di vita...Gesù ci propone l'instabilità...o meglio ci propone se stesso come punto fermo di riferimento...

Tutti naturalmente viviamo relazioni forti, affetti forti....particolarmente significativi nella nostra vita: relazione di paternitá, di maternitá, di figliolanza...di parentela, di amicizia....A un altro disse: “Seguimi”. E costui rispose. “Signore, concedimi di andare prima a seppellire mio padre”.
Gesù replicò: “Lascia che i morti seppelliscano i loro morti; tu va' e annunzia il regno di Dio”.... Gesù ci chiede di collocare le relazioni parentali dopo di Lui...prima annuncia il Regno... Questo non è immediato né facile...è frutto di lungo allenamento... Solo dopo si arriverà recuperare i rapporti primari in Lui...

Gesù chiede non solo totalità di dedizione alla sua persona, ma continuità nel dono di sè...Un altro disse: “Ti seguirò, Signore, ma prima lascia che io mi congedi da quelli di casa”.
Ma Gesù gli rispose: “Nessuno che ha messo mano all'aratro e poi si volge indietro, è adatto per il regno di Dio”....

Queste condizioni poste da Gesù possono incutere paura: chi può desiderare di avventurarsi dietro di lui, se i punti di partenza sono questi, e così esigenti...?
Proprio in queste condizioni sta la profondità dell'amore: l'amore di Gesù procede da Lui è investe il discepolo. La casa del discepolo non può che essere una tenda...sempre pronti a partire insieme al maestro...lo spazio di vita non può che essere il silenzio e la preghiera...perché Dio parla nel silenzio...l'amore per cui ogni uomo vive, non può che consistere nel rimanere uniti a Lui, mediante l'assidua frequentazione dei luoghi in cui Egli vive...eucaristia, parola, caritá...

La sequela di Gesù ci propone una vita alternativa...impegnativa, radicale, ma estremamente liberante...
"Non appena credetti che Dio esistesse, non potei fare altro che vivere per Lui"
C. De Foucoluld