martedì 29 gennaio 2013

Giornata Per La Vita

Messaggio del Consiglio Episcopale Permanente per la 35a Giornata Nazionale per la vita (3 febbraio 2013)

“Generare la vita vince la crisi”
«Al sopravvenire dell’attuale gravissima crisi economica, i clienti della nostra piccola azienda sono drasticamente diminuiti e quelli rimasti dilazionano sempre più i pagamenti. Ci sono giorni e notti nei quali viene da chiedersi come fare a non perdere la speranza».
In molti, nell’ascoltare la drammatica testimonianza presentata da due coniugi al Papa in occasione del VII Incontro Mondiale delle famiglie (Milano, 1-3 giugno 2012), non abbiamo faticato a riconoscervi la situazione di tante persone conosciute e a noi care, provate dall’assenza di prospettive sicure di lavoro e dal persistere di un forte senso di incertezza.
«In città la gente gira a testa bassa – confidavano ancora i due –; nessuno ha più fiducia di nessuno, manca la speranza».
Non ne è forse segno la grave difficoltà nel “fare famiglia”, a causa di condizioni di precarietà che influenzano la visione della vita e i rapporti interpersonali, suscitano inquietudine e portano a rimandare le scelte definitive e, quindi, la trasmissione della vita all’interno della coppia coniugale e della famiglia?
La crisi del lavoro aggrava così la crisi della natalità e accresce il preoccupante squilibrio demografico che sta toccando il nostro Paese: il progressivo invecchiamento della popolazione priva la società dell’insostituibile patrimonio che i figli rappresentano, crea difficoltà relative al mantenimento di attività lavorative e imprenditoriali importanti per il territorio e paralizza il sorgere di nuove iniziative.
A fronte di questa difficile situazione, avvertiamo che non è né giusto né sufficiente richiedere ulteriori sacrifici alle famiglie che, al contrario, necessitano di politiche di sostegno, anche nella direzione di un deciso alleggerimento fiscale.
Il momento che stiamo vivendo pone domande serie sullo stile di vita e sulla gerarchia di valori che emerge nella cultura diffusa. Abbiamo bisogno di riconfermare il valore fondamentale della vita, di riscoprire e tutelare le primarie relazioni tra le persone, in particolare quelle familiari, che hanno nella dinamica del dono il loro carattere peculiare e insostituibile per la crescita della persona e lo sviluppo della società: «Solo l’incontro con il “tu” e con il “noi” apre l’“io” a se stesso» (BENEDETTO XVI, Discorso alla 61a Assemblea Generale della CEI, 27 maggio 2010).
Quest’esperienza è alla radice della vita e porta a “essere prossimo”, a vivere la gratuità, a far festa insieme, educandosi a offrire qualcosa di noi stessi, il nostro tempo, la nostra compagnia e il nostro aiuto. Non per nulla San Giovanni può affermare che «noi sappiamo che siamo passati dalla morte alla vita, perché amiamo i fratelli» (1Gv 3,14).
Troviamo traccia di tale amore vivificante sia nel contesto quotidiano che nelle situazioni straordinarie di bisogno, come è accaduto anche in occasione del terremoto che ha colpito le regioni del Nord Italia. Accanto al dispiegamento di sostegni e soccorsi, ha riscosso stupore e gratitudine la grande generosità e il cuore degli italiani che hanno saputo farsi vicini a chi soffriva. Molte persone sono state capaci di dare se stesse testimoniando, in forme diverse, «un Dio che non troneggia a distanza, ma entra nella nostra vita e nella nostra sofferenza» (BENEDETTO XVI, Discorso nel Teatro alla Scala di Milano, 1° giugno 2012).
In questa, come in tante altre circostanze, si riconferma il valore della persona e della vita umana, intangibile fin dal concepimento; il primato della persona, infatti, non è stato avvilito dalla crisi e dalla stretta economica. Al contrario, la fattiva solidarietà manifestata da tanti volontari ha mostrato una forza inimmaginabile.
Tutto questo ci sprona a promuovere una cultura della vita accogliente e solidale. Al riguardo, ci sono rimaste nel cuore le puntuali indicazioni con cui Benedetto XVI rispondeva alla coppia provata dalla crisi economica: «Le parole sono insufficienti... Che cosa possiamo fare noi? Io penso che forse gemellaggi tra città, tra famiglie, tra parrocchie potrebbero aiutare. Che realmente una famiglia assuma la responsabilità di aiutare un’altra famiglia» (Intervento alla Festa delle testimonianze al Parco di Bresso, 2 giugno 2012).
La logica del dono è la strada sulla quale si innesta il desiderio di generare la vita, l’anelito a fare famiglia in una prospettiva feconda, capace di andare all’origine – in contrasto con tendenze fuorvianti e demagogiche – della verità dell’esistere, dell’amare e del generare. La disponibilità a generare, ancora ben presente nella nostra cultura e nei giovani, è tutt’uno con la possibilità di crescita e di sviluppo: non si esce da questa fase critica generando meno figli o peggio ancora soffocando la vita con l’aborto, bensì facendo forza sulla verità della persona umana, sulla logica della gratuità e sul dono grande e unico del trasmettere la vita, proprio in un una situazione di crisi.
Donare e generare la vita significa scegliere la via di un futuro sostenibile per un’Italia che si rinnova: è questa una scelta impegnativa ma possibile, che richiede alla politica una gerarchia di interventi e la decisione chiara di investire risorse sulla persona e sulla famiglia, credendo ancora che la vita vince, anche la crisi.
Roma, 7 ottobre 2012
Memoria della Beata Vergine del Rosario
IL CONSIGLIO PERMANENTE
DELLA CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA 

DA SCHIO: IL MOVIMENTO MARIANO REGINA DELL'AMORE

La difesa della vita dal concepimento al suo termine naturale, è uno dei fini statutari del Movimento Mariano Regina dell’Amore. In questi anni numerose sono state le iniziative a favore della vita che attraverso il Movimento Con Cristo per la Vita si sono concretizzate, come la preghiera davanti agli ospedali, il sostegno ai Centri di Aiuto alla Vita locali, convegni, manifestazioni pubbliche in Italia e all’estero e non per ultimo la realizzazione di questo spettacolo, che il Movimento Mariano ha realizzato per testimoniare con forza il proprio sì alla vita.
LE DATE DEL MUSICAL:
http://www.reginadellamore.org/musical/index.php/gesu-e-la-samaritana/date-del-tour
IL VIDEO

Omelia della III domenica del tempo ordinario c


Omelia della III domenica del tempo ordinario c

PRIMA LETTURA
Ne 8,2-4.5-6.8-10

Dal libro di Neemia
In quei giorni, il sacerdote Esdra portò la legge davanti all'assemblea degli uomini, delle donne e di quanti erano capaci di intendere.
Lesse il libro sulla piazza davanti alla porta delle Acque, dallo spuntar della luce fino a mezzogiorno, in presenza degli uomini, delle donne e di quelli che erano capaci di intendere; tutto il popolo porgeva l'orecchio a sentire il libro della legge. Esdra, lo scriba, stava sopra una tribuna di legno, che avevano costruito per l'occorrenza.
Esdra aprì il libro in presenza di tutto il popolo, poiché stava più in alto di tutto il popolo; come ebbe aperto il libro, tutto il popolo si alzò in piedi. Esdra benedisse il Signore Dio grande e tutto il popolo rispose: “Amen, amen”, alzando le mani; si inginocchiarono e si prostrarono con la faccia a terra dinanzi al Signore.
I leviti leggevano il libro della legge di Dio a brani distinti e con spiegazioni del senso, e così facevano comprendere la lettura. Neemia, che era il governatore, Esdra sacerdote e scriba e i leviti che ammaestravano il popolo dissero a tutto il popolo: “Questo giorno è consacrato al Signore vostro Dio; non fate lutto e non piangete!”.
Perché tutto il popolo piangeva, mentre ascoltava le parole della legge.
Poi Neemia disse loro: “Andate, mangiate carni grasse e bevete vini dolci e mandate porzioni a quelli che nulla hanno di preparato, perché questo giorno è consacrato al Signore nostro; non vi rattristate, perché la gioia del Signore è la vostra forza”.

VANGELO
Lc 1,1-4; 4,14-21

Oggi questa Scrittura si è compiuta.

Dal Vangelo secondo Luca
Poiché molti han posto mano a stendere un racconto degli avvenimenti successi tra di noi, come ce li hanno trasmessi coloro che ne furono testimoni fin da principio e divennero ministri della parola, così ho deciso anch'io di fare ricerche accurate su ogni circostanza fin dagli inizi e di scriverne per te un resoconto ordinato, illustre Teofilo, perché ti possa rendere conto della solidità degli insegnamenti che hai ricevuto.
In quel tempo, Gesù ritornò in Galilea con la potenza dello Spirito Santo e la sua fama si diffuse in tutta la regione. Insegnava nelle sinagoghe e tutti ne facevano grandi lodi.
Si recò a Nazaret, dove era stato allevato; ed entrò, secondo il suo solito, di sabato nella sinagoga e si alzò a leggere. Gli fu dato il rotolo del profeta Isaia; apertolo trovò il passo dove era scritto: “Lo Spirito del Signore è sopra di me; per questo mi ha consacrato con l'unzione, e mi ha mandato per annunziare ai poveri un lieto messaggio, per proclamare ai prigionieri la liberazione e ai ciechi la vista; per rimettere in libertà gli oppressi, e predicare un anno di grazia del Signore”.
Poi arrotolò il volume, lo consegnò all'inserviente e sedette. Gli occhi di tutti nella sinagoga stavano fissi sopra di lui. Allora cominciò a dire: “Oggi si è adempiuta questa Scrittura che voi avete udita con i vostri orecchi”.

La liturgia di questa domenica sembra voler rispondere ad una precisa domanda: che cos'è il cristianesimo...? In che cosa consiste l'essenza della fede cristiana...?

Dall'incipit che Luca da al suo vangelo comprendiamo che per capire che cosa sia la fede cristiana, dobbiamo entrare nella categoria di EVENTO...
l'evento cioè a un fatto che si è verificato...la fede cristiana ci obbliga ad entrare nella storia, nel tempo che passa, li dove si compie la vita degli uomini...
Poiché molti han posto mano a stendere un racconto degli avvenimenti successi tra di noi, come ce li hanno trasmessi coloro che ne furono testimoni fin da principio e divennero ministri della parola, così ho deciso anch'io di fare ricerche accurate su ogni circostanza fin dagli inizi e di scriverne per te un resoconto ordinato...li avviene l'incontro...li accade l'evento...lì si ripete, lì accade ciò che accadde al popolo di Israele mentre ascoltava la lettura del libro della legge...Perché tutto il popolo piangeva, mentre ascoltava le parole della legge...ascoltavano le parole della legge, del testo sacro e la potenza di questa parola, suscitava il pianto, la commozione interiore...
La S.Scrittura ci consegna un evento, un incontro, una esperienza... Sta a noi scegliere di lasciarci coinvolgere...a volte questo incontro ci travolge...
La potenza di questa parola travolge la vita e l'esistenza di quanti si espongono all'ascolto..Paolo di Tarso, Antonio il grande, Francesco d'Assisi...charles Peghy...De Foucould...Guardini stesso...

C'è poi la seconda parte del Vangelo...Luca ci consegna non solo la testimonianza circa Gesù, ma la sua auto-coscienza.
"Oggi si è adempiuta questa parola che voi avete udito con i vostri orecchi"... Lui è l'adempimento, il compimento di quella Parola...
È il Gesù manifestato come Figlio Unigenito del Padre, venuto per portare la buona novella ai poveri... È lui il compimento della profezia di Isaia...
La sua manifestazione ci obbliga alla scelta...o accoglierlo o rifiutarlo...

Questo "oggi" ha valore di contemporaneità...raggiunge ciascuno di noi...
Oggi Gesù di Nazaret ci pone difronte alla sua identità, invitandoci a fare esperienza di Lui, attraverso la sua Parola e nella sua Chiesa...
Lo Spirito del Signore è sopra di me; per questo mi ha consacrato con l'unzione, e mi ha mandato per annunziare ai poveri un lieto messaggio, per proclamare ai prigionieri la liberazione e ai ciechi la vista; per rimettere in libertà gli oppressi, e predicare un anno di grazia del Signore”.

Gesù ci invita a fare esperienza di Lui in quanto Dio: "lo spirito del Signore è sopra di me"...solo lui può dire questo in senso proprio...mi ha consacrato con l'unzione...solo lui è propriamente abitato, posseduto dal Padre e dallo Spirito...lui è propriamente l'inviato a portare la buona notizia ai poveri, annuncio di liberazione e di partecipazione della verità...

Oggi questo annuncio è rivolto a noi...ciascuno è invita a fare esperienza di lui...e questo il dono più grande...dove trova fondamento la nostra speranza.

mercoledì 23 gennaio 2013

OMELIA II DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO C


OMELIA II DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO C
Nozze di Cana...

Per amore di Sion non mi terrò in silenzio,
per amore di Gerusalemme non mi darò pace,
finché non sorga come stella la sua giustizia
e la sua salvezza non risplenda come lampada.
Allora i popoli vedranno la tua giustizia,
tutti i re la tua gloria;
ti si chiamerà con un nome nuovo
che la bocca del Signore indicherà.
Sarai una magnifica corona nella mano del Signore,
un diadema regale nella palma del tuo Dio.
Nessuno ti chiamerà più “Abbandonata”
né la tua terra sarà più detta “Devastata”
ma tu sarai chiamata “Mio compiacimento”
e la tua terra, “Sposata”,
perché il Signore si compiacerà di te
e la tua terra avrà uno sposo.
Sì, come un giovane sposa una vergine,
così ti sposerà il tuo creatore;
come gioisce lo sposo per la sposa,
così il tuo Dio gioirà per te.

VANGELO Gv 2,1-12

In quel tempo, ci fu uno sposalizio a Cana di Galilea e c'era la madre di Gesù. Fu invitato alle nozze anche Gesù con i suoi discepoli. Nel frattempo, venuto a mancare il vino, la madre di Gesù gli disse: “Non hanno più vino”.
E Gesù rispose: “Che ho da fare con te, o donna? Non è ancora giunta la mia ora”. La madre dice ai servi: “Fate quello che vi dirà”.
Vi erano là sei giare di pietra per la purificazione dei Giudei, contenenti ciascuna due o tre barili. E Gesù disse loro: “Riempite d'acqua le giare”; e le riempirono fino all'orlo. Disse loro di nuovo: “Ora attingete e portatene al maestro di tavola”. Ed essi gliene portarono. E come ebbe assaggiato l'acqua diventata vino, il maestro di tavola, che non sapeva di dove venisse (ma lo sapevano i servi che avevano attinto l'acqua), chiamò lo sposo e gli disse: “Tutti servono da principio il vino buono e, quando sono un po' brilli, quello meno buono; tu invece hai conservato fino ad ora il vino buono”.
Così Gesù diede inizio ai suoi miracoli in Cana di Galilea, manifestò la sua gloria e i suoi discepoli credettero in lui.
Dopo questo fatto, discese a Cafarnao insieme con sua madre, i fratelli e i suoi discepoli e si fermarono là solo pochi giorni.

Alla ripresa del nostro cammino, in questa prima fase, primi mesi del nuovo anno...penso sia doverosa una domanda: ma verso dove ci sta conducendo il Signore ? Qual'è il suo progetto di vita per noi...?
Se guardiamo alla vita sociale e civile a volte c'è da rimanere disorientati..
Siamo difronte ad un vero e proprio sovvertimento antropologico...ognuno sembra voler essere legge a se stesso...a volte l'interesse individuale sembra essere il criterio prevalente di scelta e di orientamento...

.Dove è ci sta conducendo il Signore...qual'è la meta del nostro cammino, per cui vale la pena di essere cristiani ?

Il vangelo di questa domenica del tempo ordinario ne diviene la risposta. Esso è come la porta di ingresso, sta all'inizio di tutto il tempo ordinario, e quindi ne segna l'orientamento.

<< ci fu uno sposalizio a Cana di Galilea e c'era la madre di Gesù. Fu invitato alle nozze anche Gesù con i suoi discepoli. Nel frattempo, venuto a mancare il vino, la madre di Gesù gli disse: “Non hanno più vino”.

La Chiesa, risponde alle nostre domande, offrendoci l'icona delle nozze di Cana... Tutto è posto sotto l'immagine delle nozze... L'occasione immediata fu quella della celebrazione di un matrimonio a Cana di Galilea, ma in verità è tutto il ministero di Gesù, ad essere posto sotto il segno delle nozze.
In mezzo alle angustie e alla confusione del tempo presente, non dobbiamo perdere il senso di orientamento: Dio ci sta conducendo, ci sta guidando alle sue nozze...tra lui e l'umanità...tra lui è noi...tra il tempo e l'eterno.
Dentro alle nostre vicissitudini, intersecato alle nostre vicende ci sta la realizzazione del progetto di Dio...l'amore che si è profuso dalla croce e dal sepolcro è destinato a coinvolgere l'intera umanità... È qui che siamo chiamati a fondare la nostra speranza...

Qui nel contesto delle nozze incontriamo Maria...la madre di Gesù...è lei che si accorge delle necessità del momento presente...è lei che presenta a Gesù il bisogno di quel momento...non hanno più vino...( le nozze in Israele duravano una settimana...di qui la necessità di avere vino in abbondanza). Su questa parola del vangelo si fonda la devozione mariana della Chiesa: chi è Maria, per la Chiesa ? È colei che presenta le necessità degli uomini a Gesù...non impone la soluzione a Gesù...non gli dice che cosa deve fare...presenta solamente ciò che è necessario...

Così da Maria impariamo a pregare: chi prega non pretende, ne tantomeno impone a Dio la propria soluzione dei problemi...chi prega, porta davanti a Gesù le proprie richieste e a lui si affida, lasciandolo libero di agire e di intervenire...Maria porta davanti a Gesù le necessità di quel momento, Lui saprà intervenire quando è come desidera.

Alla richiesta della madre, Gesù risponde in modo scioccante per noi: che ho da fare con te o donna ? Non è ancora giunta la mia ora...
Perché Gesù ha reagito così..?
Per capire quello che Gesù le ha detto, bisogna intuire la collocazione interiore di Gesù...lui è già centrato su ciò che dovrà venire...sulla sua ora, sulla sua Pasqua...l'ora di Gesù è l'ora della croce e del sepolcro...
Per questo la chiama donna, così come la chiamerà ai piedi della croce..donna ecco il tuo figlio...non la chiama con un appellativo di relazione affettiva ma di missione futura...
I legami del sangue e della carne sono secondari per Gesù, precedenti e importanti sono i legami che nascono dall'obbedienza al Padre, dal fare la volontà del Padre...è qui che emerge tutta la grandezza di Maria: "Eccomi, si faccia di me secondo la tua parola"... Ella non rivendica un ruolo nei confronti di Gesù: sono tua madre devi obbedirmi !...tutt'altro... Ella è la prima obbediente...sono la serva del Signore...qui il Si di Maria si intreccia con un altro si, quello della Verbo eterno nei riguardi del Padre: "sacrificio e offerta non gradisci, un corpo invece mi hai preparato, allora ho detto: ecco io vengo a fare la tua volontà" ( Ebrei 10, 5 -7)
Ciò che fa grande Maria di Nazaret è la sua obbedienza nella fede...
Ella si abbandona con fiducia nelle mani di Dio, perché sa Chi è Colui che le chiede tutto questo... La preghiera del popolo di Iasraele, il canto dei salmi, lo studio della Torah, le grandi feste ebraiche della Pasqua, del kippur, di sukkot...la frequentazione della sinagoga per l'ascolto della Scrittura, la spiritualità domestica, fatta di piccole preghiere che accompagnavano le azioni quotidiane, le avevano instillato il senso profondo della presenza di Dio...Maria conosceva il Dio a cui si era affidata...per questo il rapporto con Gesù non la colse di sorpresa ma preparata.

"Fate quello che vi dirà"....sono le ultime e rarissime parole che il vangelo ci consegna riguardo di Maria...le potremmo considerare il suo testamento...il senso della sua testimonianza...
Vuoi la pace del cuore...? Vuoi la serenità sebbene in mezzo alle prove..?
Fa quello che lui ti dirà....non agire in modo indipendente da lui...ma fidati di Lui...APRITI all'ascolto della sua parola che risuona nel vangelo e nella sua famiglia che è la Chiesa...

Dove è ci sta conducendo il Signore...qual'è la meta del nostro cammino, per cui vale la pena di essere cristiani ?
La metà del nostro cammino è Lui stesso...in mezzo alle sventure e alle fatiche della vita il Signore non ci abbandona...ma ci conduce per mano..
Vi ricordate i salmi:
121/22 se anche dovessi attraversare una valle oscura non temerò alcun male, perché tu sei con me...il tuo bastone e il tuo vincastro mi danno sicurezza....
120...alzò gli occhi reso i monti, da dove mi verrà l'aiuto..il mio aiuto viene dal Signore Egli ha fatto cielo e terra...il signore è il mio custode, il signore è come ombra che ti copre e sta alla mia destra, egli ti proteggerà da ogni male...

Queste espressioni traboccanti di fiducia, che hanno alimentato la fede di Maria e di Gesù, siano il fondamento della nostra speranza. Dio ci sta conducendo verso la piena partecipazione alle sue nozze. Amen.