mercoledì 27 febbraio 2013

Con gli occhi della Fede


Come leggere gli avvenimenti di questo tempo della vita della Chiesa, se non con gli occhi della fede ? E' da questa prospettiva che un cristiano, cattolico, interpreta e vive gli eventi attuali...la rinuncia del papa al ministero petrino, l'indizione del conclave e l'elezione di un altro pastore a successore dell'apostolo Pietro e quindi vescovo di Roma.
Certo la scelta di Papa Benedetto XVI ha colto molti di sorpresa, ma non coloro che hanno intuito spirituale. Questo pontificato coraggiosamente ancorato alla tradizione ecclesiale e romana, che non ha temuto di accentuare l'identità propria della Chiesa cattolica, in realtà è stato un progressivo cammino pensato in vista di un rinnovamento radicale nella Chiesa. Quando parlo di rinnovamento della Chiesa, non intendo una Chiesa più moderna, a passo con i tempi, aggiornata, capace di abitare e gestire i mass-media... non è di questo tipo di aggiornamento che ha urgentemente bisogno la Chiesa...una Chiesa che rincorresse la modernità sarebbe solo da compiangere, comprometterebbe la sua natura, non avrebbe compreso il mandato di Cristo, che l'ha fondata sulla professione di fede dell'apostolo Pietro come salda roccia, come riferimento sicuro in ogni tempo. Allora di quale radicale rinnovamento ha bisogno la Chiesa ? Ha bisogno di ripensare se stessa in ordine al vangelo. La Chiesa di oggi e del futuro deve far trasparire il vangelo dalla sua vita, come riferimento centrale del suo essere e del suo agire, non perché oggi non ci sia, ma perché risulti evidente al mondo che la Chiesa esiste solo in ordine a Gesù Cristo, per dire e donare Lui agli uomini di ogni tempo.
Come ha provocato questo ripensamento radicale della Chiesa in ordine a Cristo e al vangelo, il papa Benedetto XVI ? Compiendo il suo più forte atto di governo e al tempo stesso esprimendo, con il suo gesto, un puro atto di amore alla Chiesa. Rinunciando al ministero petrino, papa Benedetto ha rimesso al centro della vita della Chiesa Cristo, come suo capo diretto. La Chiesa va pensata in ordine a Lui, ed è Lui che va coinvolto, interpellato e ascoltato riguardo al presente e al futuro della Chiesa. Qui risulta evidente che tutti coloro che esercitano una autorità nella vita della Chiesa, sono chiamati ad esercitarla come servizio a Cristo, senza fargli ombra, senza oscurare la sua presenza. Papa Benedetto XVI col suo gesto forte, sta dicendo questo alla Chiesa: devi ripensarti in ordine a Cristo e al Vangelo...ma per fare questo devi essere “pregna” di Cristo, devi abbeverarti di Lui, devi immergerti in Lui. L'azione promana dall'essere. Il primo atto di evangelizzazione è quello di volgere tutta la nostra vita verso Cristo e di qui trarne tutte le conseguenze per la pastorale. Se Cristo è il centro, è il capo del corpo, è il cuore della Chiesa allora la prima preoccupazione pastorale sarà di ordine relazionale rispetto a Cristo. Nella Chiesa siamo a servizio di un Dio presente non assente, ma operante, vivente...a volte questo lo si dimentica...e Dio diventa una tra le tante questioni da sistemare.
Vi invito a vivere questi giorni nella preghiera, intercedendo per il bene della Chiesa. Da una parte accompagniamo papa Benedetto XVI nei giorni della conclusione del ministero petrino, con immenso affetto e profonda riconoscenza, dall'altra chiediamo a Dio il dono di una pastore “secondo il suo cuore”, “avvinto dallo Spirito”, reso capace di guidare la Chiesa di oggi ponendosi in ascolto della volontà di Dio. Anche oggi, sebbene in un contesto ecclesiale così insolito, non perdiamo la pace, perché nella barca di Pietro c'è sempre Gesù a bordo.

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