lunedì 23 aprile 2012


CHIESA, CREATURA DELLA PASQUA... non sei perché verrai generata !


Con la domenica delle Palme, apriremo la grande settimana, la settimana santa, anche se non è la settimana ad essere santa, ma Colui che è il Santo, rende santi e sacri i giorni di questa settimana, perché sono i giorni della sua Pasqua di morte e di risurrezione. Ogni anno la Chiesa celebra con particolare solennità gli eventi pasquali del Signore Gesù, ma in realtà, in tutto quello che fa e che celebra, la chiesa altro non fa che rendere presente la Pasqua del suo Signore crocifisso, morto e risorto. È la Chiesa che celebra, ma il soggetto vivente e operante nelle sue celebrazioni è il Signore Gesù. È lui che si fa presente, è lui che ci prende per mano, come è ben rappresentato dall'icona pasquale della discesa agli inferi e ci porta dentro al suo evento di salvezza. Non è la chiesa a dare qualcosa a Cristo ma è lui a dare tutto se stesso per la chiesa, per renderla santa, senza macchia, rivestita di bellezza e di splendore.
C'è un segno che mi ha sempre colpito, fin da bambino, un segno che la liturgia pone alla apertura del Triduo pasquale, nella sera del giovedì santo...in quella che viene chiamata la Pasqua sacramentale: è il segno del tabernacolo vuoto.
Mi ha sempre impressionato questo segno: mi sono sempre chiesto, ma perché in questa sera del giovedì santo i tabernacoli di tutte le chiese vengono svuotati dell'Eucaristia ? ....Senza quella presenza, senza la presenza reale di Cristo nelle specie del pane....ci si sente smarriti...siamo talmente abituati a trovarlo sempre, di giorno e di notte... La Messa nella cena del Signore, del giovedì santo con cui si apre il triduo ci fa trovare il tabernacolo vuoto, come a dirci: senza di Me non sei niente...senza di Me sperimenti il vuoto...non sei perché Io il Signore sono Colui che ti fa essere, sono Io che ti faccio esistere, senza di Me non puoi essere Chiesa. 
È l'Eucaristia che fa esistere la Chiesa, senza di essa non è, perché nell'Eucaristia continua a perdurare l'atto di donazione di se stesso, mediante il quale Cristo ha generato e continua a generare la sua Chiesa.
Il Triduo pasquale non racchiude in sé la semplice commemorazione degli avvenimenti della passione, morte, sepoltura e risurrezione del Signore....ricordare sarebbe troppo poco e non renderebbe ragione alla verità della fede. Nel triduo, la Chiesa riceve se stessa da Cristo sposo. La celebrazione del Triduo altro non è che il dispiegarsi del cantico dei cantici...è il canto dell'amore che Cristo rivolge a noi sua Chiesa e che noi di conseguenza rivolgiamo a Lui. Nelle celebrazioni del triduo, tutto profuma di nozze, tutto profuma di regalità, tutto emana bellezza e amore anche nel segno della sofferenza. La croce e il sepolcro diventano talamo nuziale, e la libertà del dono di sé, diventa per Cristo, espressione potente del suo amore per la sua Chiesa.
La Chiesa è creatura della Pasqua...è ben per questo che i santi padri, coloro che hanno scritto e formulato le Professioni di fede, i Simboli, non temevano di affermare: crediamo “NELLA” Chiesa e non “LA” Chiesa come purtroppo viene tradotto nella formula contemporanea. Crediamo nella Chiesa così come crediamo nel Padre, nel Figlio e nello Spirito Santo. Dietro a questa formulazione della fede, c'era la consapevolezza del mistero di amore col quale Dio ha voluto generare e rigenerare la sua Chiesa. Dire questo non significa voler innalzare la Chiesa al di sopra di quello che è ma rendere giustizia all'opera di Dio, a ciò che Lui ha compiuto.
Vi auguro in questa Pasqua, di sentirvi Chiesa viva, amata e generata nell'amore dall'evento pasquale del Signore. Amen
Don Maurizio

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