mercoledì 9 maggio 2012


GV 15...la vite e i tralci

In questo lasso di tempo, che potremmo chiamare, seconda parte del tempo pasquale, stiamo facendo esperienza del Risorto a partire dalla sua Parola, da ciò che Lui ci ha comunicato di se stesso...
"io sono il buon pastore..." - "io sono la vite e voi i tralci".... Quale tipo di relazione intercorre tra il Risorto e la sua Chiesa ? Quella che intercorre tra la vite e i tralci... La pianta è la stessa...i tralci non possono esistere in modo autonomo, a se stante, in dipendenti dalla vite....se pensassero di distaccarsi dalla vite, la loro autonomia sarebbe l'equivalente della morte... Dietro a tanta esibizione di libertà e di autonomia da Cristo e dalla Chiesa, ci sta la garanzia dello spegnimento e della morte....
[1] "Io sono la vera vite e il Padre mio è il vignaiolo. 
[2] Ogni tralcio che in me non porta frutto, lo toglie e ogni tralcio che porta frutto, lo pota perché porti più frutto.
Ci sono delle ferite, delle sofferenze nel cammino della fede, che sono per la vita, altre invece che sono per la morte... Non c'è un parto, una generazione di vita che non passi attraverso il soffrire...ma c'è sofferenza e sofferenza... A volte ci e chiesto il contributo della sofferenza per essere più legati a Cristo e alla Chiesa...ci è chiesta la sofferenza della fatica o dell'incomprensione a motivo di Cristo: Gesù Cristo non è un avvenimento culturale...pur entrando nelle culture e nelle epoche della storia, non diventa omologabile con queste...ma rimarrà sempre segno di contraddizione e quindi di inevitabile tensione.
[4] Rimanete in me e io in voi. Come il tralcio non può far frutto da se stesso se non rimane nella vite, così anche voi se non rimanete in me. 
Rimanere, permanere nella vite, che è Lui, Gesù...permanere, rimanere lì dove Lui vive e permane...nella sua Parola, nei suoi sacramenti, nell'eucaristia, nella sua Chiesa...voler vivere, voler rimanere lì dove Lui vive e permane...è la condizione imprescindibile per portare frutto, per portare vita...
Qui ci viene offerto un criterio fondamentale per la vita pastorale: prima di ogni nostro fare, prima di ogni nostro organizzare, prima di ogni nostro progettare ci sta il RIMANERE IN LUI...il PERMANERE NELLA SUA PAROLA....L' ABITARE NELLA SUA CASA CHE È LA CHIESA...
DAL RIMANERE IN LUI DIPENDE TUTTO...nella vita personale, nella famiglia, nella comunità cristiana, nel guida della Chiesa...
<<SENZA DI ME NON POTETE FARE NULLA>>
Prima del fare, del nostro darci da fare, c'é l'essere in relazione con Lui. Un vivere con Lui. Questa è la condizione previa ad ogni azione nella Chiesa. Da questo atteggiamento dello stare con Lui, si plasma il pensiero e si delinea l'azione.
Stiamo camminando verso il compimento del tempo pasquale, verso l'ascensione e la Pentecoste...ma anche verso la conclusione dell'anno pastorale...aiutiamoci a RIMANERE AGGANCIATI, UNITI A LUI per portare frutto, per portare vita, lì dove Lui ci chiede di servirlo.

Amen

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