domenica 8 luglio 2012


Domenica XIV del tempo Ordinario

In quel tempo, Gesù venne nella sua patria e i suoi discepoli lo seguirono.
Giunto il sabato, si mise a insegnare nella sinagoga. E molti, ascoltando, rimanevano stupiti e dicevano: «Da dove gli vengono queste cose? E che sapienza è quella che gli è stata data? E i prodigi come quelli compiuti dalle sue mani? Non è costui il falegname, il figlio di Maria, il fratello di Giacomo, di Ioses, di Giuda e di Simone? E le sue sorelle, non stanno qui da noi?». Ed era per loro motivo di scandalo.
Ma Gesù disse loro: «Un profeta non è disprezzato se non nella sua patria, tra i suoi parenti e in casa sua». E lì non poteva compiere nessun prodigio, ma solo impose le mani a pochi malati e li guarì. E si meravigliava della loro incredulità.
Gesù percorreva i villaggi d'intorno, insegnando.

Ci mettiamo anche oggi alla scuola di Gesù, perché ci aiuti ad interpretare la nostra vita a trovarne un senso profondo. Le azioni produttive di cui è piena la nostra giornata, non ci aiutano a interpretare la vita, abbiamo bisogno di uno sguardo superiore...questo ci viene dato dalla fede...che non è in se stessa una azione produttiva, ma interpretativa della vita.

Il vangelo di oggi potremmo chiamarlo il vangelo della maturità della fede o della maturazione della fede.

Gli abitanti di Nazaret rimasero fermi alla scorza, all'apparenza nel loro incontro con Gesù...avrebbero avuto la possibilità di accostarsi a Lui, sotto un profilo diverso...infondo Gesù era ritornato per offrire loro la possibilità di conoscerlo veramente, entrando nel suo mistero... Ma non seppero fare il salto di qualità....

Quello che è avvenuto a loro può ripersi per noi...

E necessaria una maturazione di fede: diventare da spettatori a  discepoli.

Passare dalla conoscenza di Cristo all'esperienza di Lui...
Passare dall'informazione alla relazione con la sua persona...

Questo salto di qualità può verificarsi solamente se accade l'incontro con Lui.

L'incontro non è principalmente nostra iniziativa, non siamo noi a causarlo, noi possiamo solo accoglierlo o rifiutarlo.

L'iniziativa dell'incontro dipende da Lui. É Lui che si da, rendendosi percepibile, sperimentabile...ma dipende anche da noi: è necessario creare in noi lo spazio dell'ascolto, del silenzio, della preghiera di adorazione e di lode perché avvenga l'incontro.

Gesù non si pone alla stregua degli antichi profeti, non ci parla  semplicemente di Dio, Egli è Dio nella carne umana, Egli opera nella potenza di Dio, Egli è il volto di Dio..."Chi vede me vede il Padre"...Io sono la risurrezione e la vita...chi crede in me ha la vita eterna...

Nel nostro cammino di vita cristiana possiamo scegliere se maturare nella fede, se diventare autentici discepoli oppure se rimaner spettatori come gli abitanti di Nazaret...."e non vi potè compiere nessun prodigio a causa della loro incredulità"...

Rimanere spettatori nella fede significa rimanere privi di offerta di senso, nell'interpretazione della vita....umanamente portare da soli tutto il peso della nostra vita e delle sue domande.

O Signore della vita, attraici a Te...facci passare da spettatori a discepoli. Donaci l'occasione, l'opportunità dell'incontro con Te, che sei il compimento del desiderio. Amen

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