mercoledì 16 novembre 2011

CONSEGNO' LORO DIECI MONETE D'ORO

MEDITAZIONE DEL MERCOLEDÌ 16.11.'11

Disse dunque: «Un uomo di nobile famiglia partì per un paese lontano, per ricevere il titolo di re e poi ritornare. Chiamati dieci dei suoi servi, consegnò loro dieci monete d’oro, dicendo: “Fatele fruttare fino al mio ritorno”. Ma i suoi cittadini lo odiavano e mandarono dietro di lui una delegazione a dire: “Non vogliamo che costui venga a regnare su di noi”. Dopo aver ricevuto il titolo di re, egli ritornò e fece chiamare quei servi a cui aveva consegnato il denaro, per sapere quanto ciascuno avesse guadagnato. >>

Gesù sta parlando dell'avvento del Regno di Dio: l'argomento "regno di Dio" è uno dei grandi argomenti della predicazione di Gesù...
come sarà questo regno ? In che cosa consisterà ? Quando si compirà ?
Per sviscerare tutto questo Gesù si serve della parabola dell'uomo di nobile famiglia....
In verità Egli sta parlando di se stesso...è lui quell'uomo, quella nobile famiglia di cui sta parlando é la sua origine divina, meglio è la sua natura divina...quel viaggio, a cui accenna, è il suo movimento, dall'eterno al tempo... In questo movimento si nasconde l'evento dell'incarnazione del LOGOS... Dio che diventa uomo...venne per ricevere il titolo di Re..."regnavit a ligno" regnò dal legno della croce; quel titolo regale è profezia della croce...

In controluce a questa parabola emerge in modo nitidissimo l'auto-coscienza messianica di Gesù... Egli ha, in questo momento la percezione di essere il Messia, colui che da compimento a tutte le profezie.

"chiamati i suoi servi consegnò loro dieci monete d'oro..." il Dio che ci rivela Gesù mediante questa parabola...il Dio che Lui sa di essere è colui che compie un ATTO DI FIDUCIA verso gli uomini... CONSEGNÒ loro, dieci monete d'oro. Il verbo usato da Luca si riveste di una importanza capitale: è il verbo che descrive l'azione della salvezza, l'azione propria di Dio... consegnò...tradidit se metipsum....consegnò se stesso...è il verbo che descrive l'opera della creazione e della redenzione...descrive la creazione l'agire di Dio come colui che si consegna, si affida, si pone nelle mani degli uomini...ma anche l'opera della redenzione: Dio, nella croce ci ha consegnato il suo Figlio unigenito...
L'oro nella iconografia biblica è immagine della divinità...Dio non ci dona qualcosa, ci dona se stesso...è questa Inter-relazione tra noi e Lui, è il suo atto di fiducia in noi, che ci rende capaci di portare frutto...

Solamente l'ultimo servo si dimostrò incapace di portare frutto, come mai ?

"ecco la tua moneta che ho tenuto nascosta in un fazzoletto...ho avuto paura di te che sei un uomo severo...."
La vicenda dell'ultimo servitore fu una vera disavventura...perché ? Dalle espressioni di Gesù ne intravediamo le cause:

- ho tenuto nascosta la tua moneta in un fazzoletto...

I doni di Dio non si possono trattenere o nascondere...solo per noi...presso di noi...i doni di Dio, l'oro di Dio va fatto fruttificare per noi e per gli altri...

- ho avuto paura di te che sei un uomo severo...

La paura è stato l'ostacolo che ha impedito la fruttificazione del bene...ha impedito il coraggio della scelta... Ma che cosè la paura ?... È uno stato emotivo di repulsione o di apprensione, in prossimità di un vero o falso pericolo...
A livello umano è saggezza saper controllare le proprie emozioni, non reprimerle ma neppure soccombervi, esservi soggiogati...

Ancora di più nel cammino della sequela dietro al Maestro Gesù, occorre saper orientare le emozioni, sapendole integrare nell'esperienza di fede.

L'emozione è uno stato psichico e affettivo momentaneo, di turbamento del nostro organismo...Di fronte all'imprevisto o a ciò che era inatteso...è ben per questo che non si possono prendere decisioni serie e importanti che riguardano la vita, in preda alla emozione di pochi istanti destinati a trascorrere....
È fondamentale saper passare dalla EMOZIONE alla DECISIONE:
la decisione è un impegno che si prende dopo aver valutato la situazione che abbiamo difronte.
La parabola di Gesù ci insegna a non agire in preda alle emozioni ma solo dopo aver valutato e operato un discernimento e aver preso una opportuna decisone.
Il terzo servo non ottenne risultati perché agì in preda alla emozione senza una valutazione oggettiva del rapporto col suo padrone. E proprio il caso di dire che la paura fa brutti scherzi...
Quante persone restano come bloccate nelle scelte di vita, perché paralizzate dalla paura, da questo stato emotivo: paura di sbagliare, paura dell'altro o dell'altra, paura di Dio...del suo progetto per me....paura di non essere sufficientemente felici, paura del sacrificio....paura di rischiare....

Ma la maturità consiste proprio nella capacità del GIUSTO RISCHIO... rischiare significa aprirsi una via, percorrere una strada, darsi la possibilità di sperimentare e di esprimere se stessi...
Non voler rischiare significa auto-condannarsi alla FRUSTRAZIONE e alla infelicità...non si può vivere in stand by....sempre nell'attesa che succeda qualcosa di migliore o consumando esperienze, senza mai approdare ad un risultato, ad una scelta di vita...

Chiediamo questa sera al Signore di renderci capaci di vivere le mostre emozioni ma al tempo stesso di saperle controllare, per poter scegliere ciò che è bene per noi e soprattutto chiediamogli di non sprecare le occasioni che Dio ci offre, per qualificare la nostra umanità e la nostra fede.

Don Maurizio

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