mercoledì 28 dicembre 2011

Martiri di ieri e di oggi


MEDITAZIONE DEL MERCOLEDÌ
28.12.'11

Memoria dei santi martiri innocenti
Questi martiri ci ricollegano agli avvenimenti accaduti attorno al bambino
Gesù nel primo arco di tempo che va dalla sua nascita alla sua prima infanzia

Gesù non solo conobbe il rifiuto, la non accoglienza ma anche la persecuzione a motivo del potere. Erode il grande, non poteva nemmeno sopportare l'idea che qualche altro potesse attentare o usurpare il suo trono...era ben per questo che aveva pensato già da tempo di eliminare sua moglie a che qualcuno dei suoi figli...in nome del potere, non ha badato a sacrificare gli affetti più cari.
Ciò che sorprende è che attorno a Gesù, fin dall'inizio, si crei un clima di ostilità e di rifiuto...la Santa Famiglia, dovette addirittura fuggire in Egitto, dovette emigrare in terra straniera, pur di salvaguardare la vita del bambino Gesù... Rifiuto, ostilità, persecuzione, violenza...saranno esperienze che condizioneranno la sensibilità umana di Gesù....costituiranno domande aperte alle quali Egli darà risposte precise e contrarie...al rifiuto egli risponderà con l'accoglienza, all'ostilità con la pazienza, alla persecuzione con il perdono, alla violenza con l'amore..
I bambini innocenti, martiri indifesi di una ideologia di potere sono le prime vittime, a fondamento della civiltà dell'amore..la chiesa li onora come martiri e li associa al martirio di Cristo.

Questa memoria, oggi acquista un significato nuovo e di estrema attualità. Oggi nella società del benessere assistiamo alla silenziosa eliminazione di altri bambini innocenti...uccisi ancora prima del parto, prima della nascita. I martiri innocenti ci richiamano potentemente alla silenziosa tragedia dell'aborto. La soppressione silenziosa e tacita della vita nascente è e rimane una delle più grandi tragedie del nostro tempo ed è la principale radice della crisi che stiamo vivendo. Ciò che determina una crisi economica è un altro tipo di crisi, quella di investimento e di fiducia sulla vita. La crisi economica non è altro che una delle conseguenze del rifiuto della vita umana in seno alla famiglia.

Quello che emerge potentemente agli occhi sembra essere un disegno diabolico: senso di sfiducia, di smarrimento collettivo, distruzione della famiglia e rifiuto della vita umana sino alla sua soppressione diretta. Per quanto lo si possa mascherare, l'aborto non sarà mai un segno di emancipazione ma rimarrà sempre uno dei più grandi e infamanti delitti che l'uomo possa compiere verso i suoi simili, con conseguenze devastanti per la coscienza individuale e per la comunità sociale. Uno stato di diritto che non tuteli la vita umana fin dal suo sorgere non si sa perché esista, che cosa xi stia a fare in seno ad un corpo sociale. Tutto quello che faremo, come Chiesa, a favore della vita, sarà sempre poco e sarà sempre in ritardo. Non eliminiamo dalla nostra sensibilità individuale e sociale la grande causa della vita, la nostra preghiera per la vita nascente.

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