sabato 22 settembre 2012


TU SEI IL CRISTO ? CHI SONO IO PER TE ?
Marco 8, 27-35

Che cosa vuole comunicarci il Signore attraverso questi testi della Scrittura ?

A partire da dialogo tra Gesù e gli apostoli, tra Pietro e Gesù, penso che l'intenzione della Parola di Dio di questa domenica, sia quella di mettere in discussione quell'immagine di Dio che ci siamo costruiti...un Dio rispondente alle nostre attese...ai nostri criteri di giudizio e di valutazione, ma non corrispondete al Dio che si è rivelato.

Chi sono Io secondo la gente ?...chiese Gesù ai suoi apostoli...una domanda tutto sommato accettabile...è quasi immediato riferire delle informazioni che riguardano altri...ma Gesù non vuole una sintesi di informazioni...vuole un test di esperienza....una percezione di esperienza...vuole percepire quanto i suoi apostoli, hanno colto di Lui, del suo mistero...quanto siano riusciti ad andare in profondità, entrando attraverso la sua umanità per percepire la sua divinità.

Tutti tacquero, uno solo rispose: Pietro ! "Tu sei il Cristo"...
Non gli disse tu sei Gesù...e neppure tu sei il nostro amico, ne : tu sei il nostro maestro, il nostro "rabbì"...gli disse: tu sei il Cristos, il consacrato, cioè il Messia, Tu sei Dio...
Su questa professione di fede, nasce la Chiesa...
Gli risponderà Gesù: "beato te Simone figlio di Giona, perchè né la carne, né il sangue te lo hanno rivelato, ma il Padre mio che sta nei cieli".

Con le forze della nostra intelligenza e della nostra mente non si possiamo arrivare a percepire il mistero..a conoscere Gesù...conoscere Gesù è dono, rivelazione.

Pietro è destinatario di un dono, è coinvolto in una relazione che supera la percezione dei suoi sensi e le capacità della sua intelligenza...la fede consiste in questo dono, in questa relazione, nella quale veniamo coinvolti e accolti.

Ma se Pietro da una parte è reso partecipe di questo dono, dall'altra fatica a lasciarsi plasmare da questa relazione nuova. Nel momento in cui Gesù gli annuncia che l'amore di Dio, lo condurrà ad entrare nelle ferite dell'umanità, lo spingerà a diventare croce...allora qui Pietro non ci sta più, non capisce più. Il Dio che lui aspettava, come Giuda e come gli altri, doveva essere un Dio forte, un Dio potente, soprattutto vincente...quel Dio che si ritrova davanti gli annuncia che sarà un Dio, fragile, debole, sofferente...che farà della sua sofferenza la misura della profondità dell'amore...

Allora Pietro lo prese in disparte, e si mise a rimproverarlo. Pietro non può accettare questa immagine di Dio...e quanto faticheranno non solo i cristiani ma anche l'opinione pubblica di ogni tempo ad accettare l'immagine di un Dio crocifisso...

Ma egli, voltatosi e guardando i discepoli, rimproverò Pietro e gli disse: "Lontano da me, satana! Perché tu non pensi secondo Dio, ma secondo gli uomini".

Uno dei rimproveri più severi con il quale Gesù abbia ripreso un apostolo !
In questo dialogo acceso, tra Gesù e Pietro, emerge quella che è, e che sarà la fatica della fede, di ieri e di oggi e di sempre: pensare Dio secondo lo schema mentale degli uomini...la teologia dell'accomodamento...pensare a Dio secondo le nostre misure e le nostre necessità....con il rischio di diventare la chiesa dei camaleontismo...con la preoccupazione di farsi vicina alle culture dei popoli, diventa cultura essa stessa, perdendo la sua carica profetica... Una chiesa che non è più capace di dire e di dare Gesù, non è più quello che deve essere...
Per dire e dare Gesù bisogna non guardare a se stessi, alla plauso, al facile consenso, alla popolarità...bisogna guardare a Lui e camminare con Lui, insieme agli apostoli e a Pietro. La fedeltà a Gesù può costare il prezzo della croce, della derisione, della emarginazione, a volte della persecuzione...è questa fedeltà, che è grazia, a renderci discepoli. Preghiamo per la Chiesa di oggi, per noi cristiani di oggi, perché anche a costo della croce, sappiamo dire e donare Gesù agli uomini di oggi. Amen

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