2. LA PREGHIERA COME PACE INTERIORE
Alcune umilissime indicazioni perché la preghiera sia vissuta come un “incontro interiore” che porta la pace al cuore.
Spesso trasportiamo più o meno inconsapevolmente la frenesia del vivere quotidiano, all'interno della preghiera e così già in partenza compromettiamo l'esito della preghiera stessa. Certo non possiamo presentarci a Dio come esenti dalle fatiche e dai problemi della vita, dobbiamo fare in modo che la confusione o la tensione, proveniente dalle fatiche del vivere non costituiscano il cuore della nostra preghiera.
Perciò all'inizio del nostro incontro con Dio, affidiamogli tutti i nostri problemi, anche nominandoli secondo quanto ci sembra opportuno, ma poi fermiamoci. Abbiamo consegnato tutto a Lui, Dio non resta sordo di fronte alle nostre domande...
Il secondo passo, ed è quello più importante, sarà di entrare in relazione profonda con Lui. “Tu sei qui...Tu sei qui per me...”. E' fondamentale prendere progressivamente coscienza della PRESENZA DI DIO, in noi e accanto a noi.
Come La Vergine Maria, ci lasciamo “guardare” da Lui....”Egli ha guardato all'umiltà della sua serva...”. Nell'incontro con il suo sguardo, ci sentiamo AMATI... consolati, protetti e sostenuti.
E' importante in questo momento della preghiera, non avere fretta. Le parole che pronunciamo o il canto che eseguiamo, da soli o con gli altri, deve esprimere la pienezza del cuore, deve partire dal cuore, è il cuore che canta, così come in altri momenti è il cuore che piange.
La parola detta, proclamata, cantata deve essere espressione del cuore....Allora sgorgherà la pace dentro di noi. Sperimenteremo di essere raggiunti, toccati dall'amore di Gesù, dall'amore del Padre e dello Spirito Santo...e questo contatto, non potrà che portare la pace in noi.
Buon cammino, alla sorgente della preghiera, don Maurizio
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