mercoledì 19 ottobre 2011

LA PREGHIERA COME PACE INTERIORE

2. LA PREGHIERA COME PACE INTERIORE

Alcune umilissime indicazioni perché la preghiera sia vissuta come un “incontro interiore” che porta la pace al cuore.

Spesso trasportiamo più o meno inconsapevolmente la frenesia del vivere quotidiano, all'interno della preghiera e così già in partenza compromettiamo l'esito della preghiera stessa. Certo non possiamo presentarci a Dio come esenti dalle fatiche e dai problemi della vita, dobbiamo fare in modo che la confusione o la tensione, proveniente dalle fatiche del vivere non costituiscano il cuore della nostra preghiera.

Perciò all'inizio del nostro incontro con Dio, affidiamogli tutti i nostri problemi, anche nominandoli secondo quanto ci sembra opportuno, ma poi fermiamoci. Abbiamo consegnato tutto a Lui, Dio non resta sordo di fronte alle nostre domande...

Il secondo passo, ed è quello più importante, sarà di entrare in relazione profonda con Lui. “Tu sei qui...Tu sei qui per me...”. E' fondamentale prendere progressivamente coscienza della PRESENZA DI DIO, in noi e accanto a noi.
Come La Vergine Maria, ci lasciamo “guardare” da Lui....”Egli ha guardato all'umiltà della sua serva...”. Nell'incontro con il suo sguardo, ci sentiamo AMATI... consolati, protetti e sostenuti.

E' importante in questo momento della preghiera, non avere fretta. Le parole che pronunciamo o il canto che eseguiamo, da soli o con gli altri, deve esprimere la pienezza del cuore, deve partire dal cuore, è il cuore che canta, così come in altri momenti è il cuore che piange.
La parola detta, proclamata, cantata deve essere espressione del cuore....Allora sgorgherà la pace dentro di noi. Sperimenteremo di essere raggiunti, toccati dall'amore di Gesù, dall'amore del Padre e dello Spirito Santo...e questo contatto, non potrà che portare la pace in noi.

Buon cammino, alla sorgente della preghiera, don Maurizio

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