lunedì 5 dicembre 2011

Consolate, consolate il mio popolo


II DOMENICA DI AVVENTO
domenica del Battista

«Consolate, consolate il mio popolo
dice il vostro Dio –.
Parlate al cuore di Gerusalemme
e gridatele che la sua tribolazione è compiuta,
la sua colpa è scontata,
perché ha ricevuto dalla mano del Signore
il doppio per tutti i suoi peccati».

Così si rivolge a noi il Signore, attraverso queste espressioni toccanti... Parole suscitate da Dio e poste sulla bocca del profeta Isaia, nel momento di una delle esperienze più amare della storia del suo popolo, quella dell'esilio e della deportazione babilonese... Consolate il mio popolo...parlate al cuore di Gerusalemme... Dio parla al cuore dl suo popolo con tenerezza e consolazione, suscita il profeta e nel corso della storia i profeti, perché parlino in suo nome al suo popolo, anche quando questo popolo non vorrà ascoltare la voce di Dio e non vorrà fare la sua volontà...
Dio non si è mai stancato di mandare i suoi messaggeri...

"Ecco io mando il mio messaggero davanti a te..."

Anche oggi Il Signore invia a noi il suo messaggero, ci offre oggi come modello come esempio di attesa, una parola incarnata, nella carne di Giovanni Battista, il modello più grande e più alto di attesa del Messia.
Giovanni Battista è l'uomo, la persona umana diventata in se stesso attesa, è l'esempio vivente di come Dio voglia essere atteso.

Questo venire di Dio nel tempo Giovanni lo sperimentò fin dal grembo materno, lo respirò dalla fede dei suoi genitori, Zaccaria e Elisabetta...
Crebbe in una famiglia di genitori santi...che vissero come immersi nella vivida attesa del messia che caratterizzò il clima religioso del I secolo...

Il Battista cescendo, maturando come uomo, confermò con una vita ascetica quel sentimento di forte attesa di Dio che fin da bambino gli era stato trasmesso dalla sua famiglia...visse per lungo tempo in regioni desertiche, fu l'uomo del silenzio, dell'ascesi e della penitenza, dell'ascolto di Dio.

La sua vita non si realizzò nella dimensione produttiva economica, ma nella ricerca di senso, nella attesa di un compimento, di una pienezza che la persona umana non trova in se stessa, ma nell'incontro con Dio...

Questa testimonianza oggi, il Battista consegna anche a noi:
la tua vita non dipende unicamente da ciò che produci, da ciò che fai...ma da come vivi, da ciò che sei... Dio ti ama non per quello che produci ma per quello che sei ai suoi occhi...in questo sta la gioia... 

Vivere alla presenza di Dio, gioendo di tutto ciò che ci viene donato senza lasciarci imprigionare dalla frenesia e dall'ansia del possesso delle cose e delle persone...vivere il presente ma cogliendo in esso i segni, i germogli dell'eterno che avanza...incontrare tutti senza fermarsi all'esterno ma cogliendo nei volti umani il Volto eterno di Dio...
Le grandi scelte della vita non sono costituite da azioni produttive ma da azioni di significato, azioni di senso, che fanno emergere ciò che veramente siamo e cerchiamo...
Sull'esempio del Battista, impostiamo questi giorni dell'avvento come spazio di silenzio e di ricerca di Dio...silenzio per capire noi stessi e per entrare nell'agire di Dio...

Così sia. Don Maurizio

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